Il presidente della Figc Gabriele Gravina diventa anche vicepresidente dell’Uefa. La nomina è stata comunicata in seguito al Congresso del organizzazione di governo del pallone europeo che ha confermato al timone Aleksander Ceferin. Il 55enne sloveno, unico candidato al 47° congresso ordinario in corso a Lisbona, è stato eletto per acclamazione e resterà presidente fino al 2027: il suo regno è cominciato il 14 settembre 2016 ed era passato per una prima riconferma il 7 febbraio 2019.

La gallese Laura McAllister e Gravina sono stati nominati vicepresidenti Uefa in sostituzione di Fernando Gomes e Sándor Csányi, che diventano il primo membro ordinario del Consiglio Fifa e il secondo vicepresidente della Fifa. “Ringrazio Ceferin e i colleghi della Uefa per questo prestigioso incarico. Rappresenta un segnale di fiducia importante, sia a livello personale che per la Federazione”, ha dichiarato Gravina. “In questi ultimi anni, sia in Comitato Esecutivo che nelle Commissioni, abbiamo lavorato incessantemente, con grande serietà e spirito di collaborazione per lo sviluppo del calcio europeo, facendo squadra e affrontando temi di estrema complessità. Continueremo a farlo con la stessa passione e la stessa abnegazione per affrontare le grandi sfide che attendono il calcio continentale”, aggiunge il presidente della Federcalcio. Che punta a ottenere per l’Italia l’organizzazione degli Europei 2023.

Ceferin invece nel suo discorso pre-elezione formale è tornato ad attaccare la Superlega: “Hanno tentato di creare nuovi modelli in contrasto con quello europeo, che è basato sul merito sportivo. E il merito sportivo non ha prezzo, non può essere comprato, si può solo guadagnare stagione dopo stagione”. Il presidente continua a ribadire la filastrocca secondo cui l’Uefa tutelerebbe i tifosi: “Non c’è spazio in Europa per cartelli. Sostengono di voler salvare il calcio. Ma non siamo stupidi, il calcio è e sarà sempre lo sport della gente, non dobbiamo lasciar prevalere l’interesse di pochi sull‘interesse di tutti. Non dobbiamo mai dimenticare quanto sia bellissimo il calcio, il calcio definisce chi siamo e quello europeo ha una storia unica, una storia di successo”. Intanto però, per stessa ammissione di Ceferin, il divario tra pochi top club e le altre società sta continuando ad allargarsi.

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