A fare tornare alla ribalta il tema è stato il caso di Ana Obregon, attrice e conduttrice televisiva 68enne che ha fatto ricorso alla maternità surrogata e che sulla rivista di gossip Hola!, è stata immortalata mentre lascia un ospedale di Miami con la neonata in braccio. L’utero in affitto torna nel dibattito politico spagnolo e ad aprire a un confronto parlamentare è la destra del Partido popular, convinta che il limite alla pratica –vietata in Spagna dal 2006 – è che venga promossa a pagamento e non in forma altruistica, cioè gratuita. Per la numero due del partito Cuca Gamarra la questione “merita un dibattito profondo e sereno, perché tocca molte questioni morali, etiche e religiose”. Se la gestazione per altri è vietata in Spagna, la legge autorizza, invece, l’iscrizione all’anagrafe dei figli nati per maternità surrogata all’estero a condizione che venga presentata “una sentenza giudiziaria emessa da un tribunale competente” del Paese in questione che stabilisca il rapporto filiale.

Al contrario, a ritenere la maternità surrogata una pratica che viola i diritti e i corpi delle donne, è la ministra delle Pari opportunità Irene Montero (Podemos) del governo Sanchez, che l’ha definita “una pratica non legale in Spagna, riconosciuta legalmente nel nostro Paese come una forma di violenza contro le donne”. E Montero ha anche chiesto di non dimenticare “la realtà di queste donne precarie e a rischio povertà”. Della sua stessa opinione anche la titolare delle Finanze, Maria Jesus Montero (Psoe).

La gestazione per altri è stata inserita tra le “manifestazioni di violenza contro le donne” in una legge sull’aborto approvata lo scorso febbraio, che vieta anche ogni “pubblicità tramite agenzie di intermediazione“. Durante la stesura della legge, il governo – tramite il Ministero delle Pari opportunità – era arrivato a ipotizzare che i genitori che vanno all’estero per avere figli tramite la maternità surrogata dovessero essere perseguiti penalmente con l’arresto, anche se avevano firmato contratti in Paesi in cui era legale.

L’ultima volta che i Popolari hanno dibattuto la questione, ricorda Publico, “è stato al congresso del 2017, con Mariano Rajoy alla guida del partito”, con un testo in cui si sottolineava solo di “affrontare rigorosamente “i bisogni dei bambini “sostenendo tutte le famiglie nell’ambito dell’attuale ordinamento giuridico”. A sollecitare che il partito affrontasse il tema, era stato nello stesso anno il suo presidente, Alberto Núñez Feijóo. “Dobbiamo parlare di molte cose, per esempio, madri surrogate o affidamento condiviso”, visto “il problema dell’invecchiamento della popolazione”, e sottolineava come “i principi etici del 18esimo secolo non sono quelli del 21esimo”. “Una persona che vuole avere un figlio – aveva poi aggiunto – deve essere rispettata”.

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