Hanno attraversato il centro di Genova con cinquecento furgoni e camioncini da lavoro e mille operai le imprese edili genovesi riunite nel gruppo “Basta crediti incagliati”. La protesta, organizzata senza il coinvolgimento di associazioni di categoria, sindacati né partiti, ha mobilitato piccole e medie imprese che si trovano nella situazione paradossale di avere milioni di crediti d’imposta nel cassetto fiscale, ma pochissima liquidità per pagare i propri dipendenti o addirittura terminare i lavori.

“Se il governo non fa nulla per sbloccare la cessione del credito alle banche entro fine anno un’impresa su due rischia di saltare – spiega Gaetano ‘Nico’ Messina – parliamo di migliaia di posti di lavoro che vanno persi e cantieri a rischio abbandono”. Oltre a chiedere lo sblocco della cessione del credito, le imprese edili si dicono sbalordite dalla scelta del governo Meloni di smantellare il superbonus: “Mentre l’Unione Europea chiede e finanzia abbondantemente (con un apposito capitolo del PNRR, il fondo sociale per il clima e i fondi regionali) il percorso verso le ‘case green’ – spiegano – gli stessi partiti che in campagna elettorale avevano promesso di mantenere gli ecobonus stanno smantellando tutto senza ancora indicare se e come pensano di rendere strutturali dei finanziamenti necessari per l’ondata di ristrutturazioni prevista e finanziata a livello europeo”.

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