Il governo esulta: con il rigassificatore di Snam ci libereremo entro quest’anno della dipendenza dal gas russo, dice il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, dirigente di Fratelli d’Italia. La città di Piombino esulta un po’ meno, anzi: non ci sono ancora tutte le autorizzazioni, la questione è tutt’altro che risolta, i dubbi sulla sicurezza non sono stati chiariti, rivendica il sindaco Francesco Ferrari, esponente di Fratelli d’Italia. Che però se la prende solo con il commissario straordinario per il rigassificatore, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani (che come noto è del Pd). E non lo fa per posa: “C’è ancora un ricorso pendente al Tar – ricorda il sindaco – e, checché ne dica il presidente della Regione Giani, se il tribunale deciderà di accoglierlo, la Golar Tundra dovrà disormeggiare e andarsene dalla nostra città. La giustizia amministrativa non è uno scherzo e credo fermamente che il Tar prenda il suo compito molto seriamente”.

La nave rigassificatrice è arrivata a Piombino nella notte tra domenica e lunedì dopo un viaggio durato 26 giorni da Singapore e proseguito fino al porto toscano dopo aver attraversato il Canale di Suez. Quattro rimorchiatori l’hanno trainata all’ormeggio con una manovra lenta e precisa dopo una sosta di attesa di circa quattro ore alla fonda nel golfo di Follonica. E’ entrata di prua poi, a centro rada è stata fatta ruotare per portarla al punto di arrivo definitivo. La nave è lunga quasi 300 metri e alta 55 quindi per gestirne l’ingombro è servita un’operazione notturna cioè si è agito quando il traffico dei traghetti si ferma fino all’alba dopo l’ultima corsa. La Fsru – sigla che indica i rigassificatori galleggianti – è accreditata di una capacità potenziale di trasformazione di gas liquido in 5 miliardi di metri cubi l’anno. Tuttavia, insieme al rigassificatore che ci sarà a Ravenna si parla di 13 miliardi di metri cubi all’anno, un segnale forte nell’approvvigionamento e nella distribuzione di gas per l’Italia. La Golar Tundra non entrerà subito in funzione prima di maggio, quando secondo le previsioni di Snam saranno terminati gli allacci con il nuovo metanodotto di terra. “Il primo carico per fare i test arriverà a fine aprile” spiega Elio Ruggeri, ad di Snam Fsru Italia.

Massimo Derchi, managing director di Snam, sottolinea che nel 2022 i consumi di gas si sono ridotti “in maniera sensibile” e sono passati da un ordine di 75 miliardi di metri cubi a 68 miliardi all’anno. Da una parte – riflette Derchi – mettendo insieme la riduzione dei consumi e l’incremento di volumi ai terminali già esistenti di gas liquido (dall’Algeria e con il Tap) si è arrivati a compensare la riduzione dei volumi dalla Russia. Dall’altra quello che arriva dalla Russia – calato da 28-29 miliardi di metri cubi all’anno a 11 miliardi del 2022 – coincide con il totale di capacità di rigassificazione di Piombino e di Ravenna“. In Romagna la Snam conta di avviare l’esercizio entro la fine del 2024.

Fin qui il panorama nazionale e di autonomia energetica. Poi, però, c’è la questione del dialogo con il territorio. “Oggi non abbiamo organizzato manifestazioni di protesta perché non volevamo dare soddisfazione a Giani, volevamo lasciarlo alla sua passerella politica, ma la battaglia non è finita qui. Oggi non ha perso Piombino, ha perso la democrazia” dichiara Francesca Marino, portavoce del comitato La Piazza, che con altre associazioni protesta da mesi contro l’impianto. “Ora – ha aggiunto – faremo un’assemblea cittadina per decidere con tutta la cittadinanza come muoverci”. Domenica l’ultimo flash mob con una piccola marcia lungo le strade del porto. Si conta che le manifestazioni della cittadinanza contro il rigassificatori sono state circa 70. E se il governatore Giani dice che sulle compensazioni ci sarà “uno spirito di squadra nel Paese”, Marino ribatte che “si tratta in gran parte di promesse già fatte negli anni passati che ora ci vengono riproposte sotto forma di ricatto per farci accettare la presenza della nave. Io non le accetto, non voglio mettere a rischio la mia vita per denaro”. Infine, anche sull’offshore, “ci sentiamo presi in giro da Giani che ha dato tre mesi di proroga a Snam per indicare il sito. Ma con una proroga dopo l’altra il tempo passa e Snam continua a fare quello che vuole”.

Giani ha firmato una terza proroga, di tre mesi, cioè fino al 26 giugno, per “la presentazione del progetto integrativo di ricollocazione”. Il rigassificatore, infatti, dovrà restare in porto a Piombino a 3 anni con la promessa però di individuare una postazione al largo dopo questo periodo. “Snam sta lavorando su questo molto seriamente: io mi rimetterò a Snam” dice Giani. Le ipotesi sono due, entrambe offshore: una nell’alto Tirreno e l’altra nell’alto Adriatico. “Abbiamo la necessità di interloquire sia con le istituzioni locali e nazionali prima di poter ufficialmente presentare un nuovo progetto” spiega Ruggeri.

Sullo sfondo c’è ancora il Tar, che ha respinto una sospensiva ma deve ancora discutere la questione di merito. Snam – nelle sue varie articolazioni – aspetta “con fiducia” perché “ci sono una cinquantina di navi Fsru che operano da una decina di anni senza aver mai registrato un incidente grave: sono impianti assolutamente affidabili e monitorati rispetto alle norme nazionali vigenti”. Giani è un po’ più pragmatico, diciamo così: “Se il Tar dovesse dire che il procedimento autorizzativo era illegittimo, si apre un’altra procedura per capire come rimediare a queste illegittimità. In realtà la nave sarà già in attività e quindi andrà avanti affinché non si individuano gli atti che rimediano a queste ipotetiche illegittimità”. “Se il Tar valuterà che ci sono state autorizzazioni che dovevano essere fatte con altre caratteristiche – dice insomma – le faremo con altre caratteristiche“. Uscita di sicurezza che il sindaco Ferrari non apprezza: “Che il presidente Giani, nonché commissario straordinario per l’opera, affermi pubblicamente che a prescindere dalla risposta del tribunale, essendo la nave in funzione quando arriverà la sentenza, continuerà ad operare, non è solamente falso ma anche offensivo nei confronti della città. I tanti dubbi che il Comune ha sollevato in merito alla sicurezza dell’impianto non sono stati chiariti, l’Aia non è ancora stata concessa, nonostante i ‘tutto a posto’ di Giani, e manca ancora il parere definitivo del Comitato tecnico regionale. Tutte circostanze che fanno sì che quella nave non possa entrare in funzione“. Il ministro Urso – collega di partito di Ferrari – è già un passo avanti: con l’arrivo del rigassificatore a Piombino è “rispettato il cronoprogramma per consentire al nostro Paese di liberarsi del tutto, entro quest’anno, dalla dipendenza del gas russo”.

Articolo Precedente

Amazon licenzia ancora: altri 9mila dipendenti a casa. La strage di posti di lavoro in big tech non finisce più

next
Articolo Successivo

Milano, l’annuncio del Comune: “Stretta sugli affitti brevi che tolgono appartamenti a chi vuol vivere in città”

next