A 20 anni dall’omicidio di Davide “Dax” Cesare, il militante dell’O.R.So (Officina di Resistenza Sociale) accoltellato a morte Milano nella notte tra il 16 e 17 marzo 2003 da militanti di estrema destra, e a 10 da una manifestazione che fu carica di tensione, sono forti le preoccupazioni della Prefettura di Milano e delle forze dell’ordine per quello che potrebbe accadere. Oggi è prevista una commemorazione nell’anniversario dell’omicidio che andrà avanti per tutto il giorno, venerdì è prevista una assemblea antifascista internazionale ed è in programma sabato il corteo nazionale “Antifascismo è anticapitalismo” che partirà alle 14.30 da piazzale Loreto. Mirko Mazzali, che come scrive in un post su Facebook dedicato a Dax ne ha viste “tante, sofferenze, dolori, paure”, è stato insieme a Giuliano Pisapia l’avvocato della famiglia del giovane Dax e fu protagonista della trattativa che portò la calma davanti all’ospedale San Paolo quando le forze dell’ordine, in un clima di rabbia e agitazione generale, caricarono le tantissime persone che erano arrivate a chiedere informazioni tra le lacrime.
Avvocato chi tutela l’ordine pubblico pensa che saranno giorni molto difficili. Lei è preoccupato?
Beh, sì. Oggi però ho letto le parole della mamma di Dax che ha invitato tutti a far sì che le manifestazioni siano non violente e io non posso non condividere. Io penso e spero che quando ci sono manifestazioni per ricordare persone defunte siano fatte per il ricordo. Mi auguro di non sbagliarmi, ma io sono convinto che grosse cose non succederanno. Vero è che questo è un periodo un po’ particolare sia dal punto di vista della politica nazionale e sia per la questione Cospito. Ma spero che non ci siano episodi gravi o rilevanti. Quello che preoccupa sono gli arrivi da fuori, ma io sono fiducioso che sarà una manifestazione combattiva ma non violenta.
Sono passati 20 anni da quell’omicidio di stampo fascista, ma secondo lei – aldilà del governo attuale – il clima è cambiato?
Venti anni dal punto di vista politico sono una cosa enorme. È cambiato tantissimo: il movimento antagonista e il movimento in generale. Ci sono episodi non so se derivanti dal mutamento politico, come i fatti di Firenze, che nel suo contesto destano preoccupazione. Io spero che, da nessuna parte, dobbiamo piangere persone che muoiono per le proprie idee politiche. Spero e credo che questo non si debba più verificare: come piangere la morte di un ragazzo come Dax.
I Morbi – il padre e due figli – furono condannati a vario titolo ma non hanno mai risarcito.
Salvo una piccola somma che veniva prelevata al figlio maggiore (condannato per l’omicidio, ndr) quando lavorava in carcere, non ci sono stati risarcimenti. C’è comunque una causa civile in corso. Dax aveva una bimba piccola che ha potuto studiare grazie agli amici e ai famigliari. Questo mi sembra un fatto particolarmente grave.
La notte della morte davanti all’ospedale San Paolo grazie al suo intervento le tensioni fortissime – tra i militanti e le forze dell’ordine – terminarono. Cosa ricorda di quella notte?
Io conoscevo Dax perché era venuto per qualche consiglio giuridico. Quando mi telefonarono il primo sentimento fu l’incredulità che fosse morto accoltellato da fascisti come mi avevano detto. Soprattutto l’incredulità che fosse stato possibile quello che stava accadendo al San Paolo ovvero che ci fossero state delle cariche all’interno di un pronto soccorso. Ricordo che quando arrivai vidi tanto sangue che mi ricordò il sangue sui muri della Diaz. dove fui tra i primi ad arrivare. Con tutto il dovuto rapporto tra quello accaduto a Genova e quello accaduto all’ospedale. Ma quello che mi è rimasta impressa fu la disperazione dei genitori. Poi chiesi ai ragazzi, che erano stati testimoni oculari e che erano molto arrabbiati, di aiutare la Digos, all’epoca c’era il dottor Bruno Megale, a rendere una testimonianza. Che poi è servita arrestare i responsabili nell’immediatezza e svelenire un clima diventato pesante. Piangevano la morte del loro amico, c’era stata questa colluttazione ed erano stati pestati al pronto soccorso. C’erano stati molti fermi che poi furono trasformate in denunce. Un paio di poliziotti finirono a processo per aver picchiato un ragazzo a terra, ma dopo una condanna in primo grado furono assolti in appello.
C’è qualcosa che vuole aggiungere?
La settimana scorsa sotto il mio studio è passato il corteo dell’8 Marzo mi sono affacciato e ho sentito lo slogan: Dax è vivo e lotta insieme a noi e mi ha fatto venire in mente come in qualche misura la memoria di Dax per la famiglia e amici è stata trasmessa a queste ragazze non erano ancora nate e questo vuole dire che il ricordo è rimasto in un momento in cui la memoria del passato non sembra funziona, basti pensare alla rimozione che avviene sui periodi del fascismo e del nazismo, mi sembra un cosa bella.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Facciamo meno figli di quanti ne vorremmo. Perché? Raccontateci le vostre storie

next
Articolo Successivo

Addio a Bice Biagi, morta la giornalista e scrittrice. Con il padre Enzo fondò Articolo 21

next