I canoni delle concessioni balneari? Troppo bassi. Parola di Flavio Briatore al Corriere della Sera. L’imprenditore ha parlato dei canoni demaniali, dal suo punto di vista troppo bassi per chi ha delle concessioni balneari. Il Twiga, locale che gestisce insieme alla socia Daniela Santanchè – ministra del Turismo del governo Meloni – ha fatturato dieci milioni di euro nel 2022 e, secondo Briatore, “sarebbe giusto che di concessione ne pagassi cinquecentomila. Al demanio abbiamo sempre pagato poco o niente – ha aggiunto – credo che lo Stato ne ricavi cento milioni l’anno… Dovrebbe prendere 800. O più. Ma è tutto sfalsato”. Per Briatore il problema nasce dal “potere in mano ai concessionari. Questi devono sparire. Sono tizi che a volte hanno avuto decine di anni fa delle concessioni, vai a sapere come, e oggi troppo spesso le sfruttano senza lavorarci e senza produrre niente. Zero”.

Briatore non dice che proprio il governo di cui fa parte Santanchè ha recentemente prorogato per un anno la messa a bando delle concessioni. Ma si spinge a proporre una soluzione: “Io partirei dal valore della zona, perché una cosa è Catanzaro Mare e un’altra Portofino. Poi farei un tot a ombrellone. A contare gli ombrelloni non è che ci vuole un genio. Pochi mesi e la mappatura si fa”. Infine le conclusioni: “Vanno tutelate il più possibile le famiglie che vivono solo di quella concessione. Per me non dovrebbero neanche fare le aste. Gli altri sì: si fissino criteri e poi si facciano le gare. Criteri seri, però. Se no uno, se vuole, si compra tutti i dintorni”.

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