Continuano a insistere su armi e munizioni, ma quello a cui punta il governo di Kiev è anche l’aumento dei suoi uomini da inviare sul campo di battaglia. Un obiettivo giocato allo scoperto ma tutt’altro che semplice. A fare luce sulle richieste di mobilitazione, gli escamotage per sfuggire e gli uomini esonerati perché lavorano in settori chiave per il Paese è l’Economist, che in un articolo descrive l’andamento della mobilitazione. Sul piano, approvato all’inizio dell’invasione russa, era intervenuto il 6 marzo il ministero ucraino della Difesa Oleksy Reznikov che aveva specificato che non era ancora stato ancora completato e che l’esercito ucraino aveva – anzi, ha – ancora bisogno di personale. Lo Stato maggiore, ha spiegato, “conosce esattamente il numero necessario di autisti, tiratori, operatori, artiglieri, cecchini. Lo stato maggiore determina i compiti per i commissari militari: il piano e le categorie di specialisti”, ha dichiarato, aggiungendo che l’intero sistema verrà digitalizzato. “Abbiamo gli strumenti, il programma è stato sviluppato. Non abbiamo avuto il tempo di presentarlo completamente“.

Gli sforzi per il reclutamento hanno iniziato a intensificarsi a gennaio e febbraio – mese in cui “Zelensky ha esteso per la sesta volta la legge marziale e la legislazione sulla mobilitazione generale” – con convocazioni operate anche “con la forza” “durante funerali militari a Leopoli, nei posti di blocco a Kharkiv, nei centri commerciali a Kiev e agli angoli delle strade a Odessa. Le località solitamente affollate per il turismo invernale sono deserte nonostante la neve. E la presenza “di funzionari militari che curiosavano sulle piste sono bastate a tenere lontana la folla. Inoltre per ogni paese e città vengono condivise sui social informazioni su dove potrebbero essere in agguato ufficiali per il reclutamento“. E ci sono state anche convocazioni “disinnescate” proprio grazie ai social, come testimonia la storia di Ruslan Kubay, disabile grave fin dall’infanzia, chiamato alla leva per errore ma dichiarato per ben due volte idoneo al servizio. Una chiamata alle armi che è diventata scandalo nazionale.

L’Economist spiega che col passare dei mesi, sempre più funzionari hanno il potere di convocare uomini. Le cose sono cambiate in particolare da dicembre: se all’inizio della mobilitazione a presentarsi agli uffici di leva erano volontari, adesso chi viene chiamato a combattere non ha la stessa motivazione. E nemmeno lo stesso entusiasmo. “Inoltre – scrive il settimanale britannico – ci sono limiti naturali al numero di soldati che l’Ucraina può assorbire, afferma Viktor Kevlyuk, un colonnello della riserva. “Non puoi mobilitare seimila uomini se i tuoi campi di addestramento possono gestirne solo tremila”. Numeri assai più limitati se si pensa alla platea della Russia, “che ha mobilitato almeno 250mila uomini da quando ha ordinato la mobilitazione parziale a settembre“.

Ma non tutti quelli che ricevono la convocazione vengono effettivamente mandati a combattere: tra le categorie esonerate ci sono genitori single, padri di tre o più figli, chi ottiene “esenzioni legali per malattia e disabilità, sia del coscritto che di una persona a carico”, studenti, e chi lavora nei settori dell’energia, dei trasporti, dell’agricoltura e in ambito tecnologico. E c’è anche chi riesce ad aggirare la convocazione organizzando “matrimoni fittizi con madri di tre o più figli”, chi convince “medici militari corrotti a rilasciare un’esenzione medica” e chi con qualche migliaio di dollari riesce a lasciare il Paese. Sotterfugi che, però, stanno perdendo il loro mordente, visto che il governo ha intensificato “una serie di azioni penali ben pubblicizzate per schivare la leva”. E il settimanale precisa che “almeno due avvocati che contestano le bozze di ordinanza sono stati loro stessi convocati all’improvviso. Come ben sa l’esercito, agli avvocati mobilitati viene automaticamente impedito di esercitare”.

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