A Napoli sale la tensione in vista del superamento del reddito di cittadinanza. La certezza di perdere gradualmente il sussidio, in una delle città con il più alto numero di percettori, sommata alle incertezze sui corsi di formazione obbligatoria e sui percorsi di inclusione lavorativa, di cui se ne sa ancora poco, genera rabbia. Per questo venerdì 10 marzo sono scesi in piazza decine di persone appartenenti a diversi gruppi di disoccupati organizzati come “7 Novembre” e “Cantiere 167 Scampia” per difendere la misura. “Qui non c’è lavoro o si lavora per 4 euro l’ora – dice una manifestante – togliere il reddito significa volere una rivoluzione”. I manifestanti chiedono anche percorsi formativi che portino realmente a un inserimento lavorativo. Davanti la sede del Comune si sono registrati tafferugli tra manifestanti e forze dell’ordine. “Chi pensa di eliminare il reddito di cittadinanza in una città come Napoli, con quartieri che hanno percentuali di disoccupazione al 70% come a Scampia – ci dice Omero Benfenati del comitato “Cantiere 167” – vuole la macelleria sociale. Noi qui stiamo chiedendo lavoro, non un sussidio. È assurdo pensare di eliminare il rdc senza che ci siano reali alternative. Qui lavoro non c’è e se c’è è sottopagato”.

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