“Quella del governo Meloni a Cutro è stata un’operazione di propaganda fallimentare. Più che un’operazione di governo mi è parsa un’operazione del ministero dell’Interno e della Lega che ha un tipo di approccio emergenziale. Meloni mi pare più intelligente e più sensibile, ma sta ancora percorrendo la curva di apprendimento anche dal punto di vista della comunicazione“. Così a Otto e Mezzo (La7) Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes, commenta la trasferta di Giorgia Meloni e ministri a Cutro, aggiungendo il suo parere anche sull’annunciato inasprimento delle pene per gli scafisti e sulla loro caccia “in tutto il globo terracqueo”: “Non possiamo farlo, a meno che non impieghiamo clamorose operazioni dei servizi segreti che dovrebbero operare in incognito in giro per il mondo e cercare le singole persone. Ma ovviamente non può accadere, né accadrà, quantomeno per un paese come il nostro”.

E puntualizza: “Mettere insieme trafficanti e scafisti è abbastanza discutibile, perché i trafficanti in realtà sono sostanzialmente i mandanti degli scafisti. Io credo invece che sarebbe utile un approccio meno emergenziale e un po’ più concreto. Noi continuiamo a percorrere i sentieri disegnati dalla Bossi-Fini, che rendono di fatto impossibile la migrazione regolare nel nostro paese. Meloni – conclude – annuncia i decreti flussi, ma non sta né in cielo, né in terra questa idea un po’ universalista della Meloni, cioè quella secondo cui si può fare una specie di diritto universale dove l’Italia d’accordo con il mondo determina il reato e le pene. Non esiste”.

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