Siamo un po’ stanchǝ di certa retorica attorno all’8 marzo. Una data che sembra perdersi nella miriade di “Giornate per…”, che per ricordare finiscono per confinare, isolare. Sarà così anche quest’anno. O forse no. A ilfattoquotidiano.it e nella colonna dei blog (la trovate a sinistra dell’homepage in versione desktop; dovete aprire il menù a tendina dopo le prime due posizioni se leggete da mobile, ndr) vogliamo tentare di uscire dalla retorica e parlare di diritti, parità ed emancipazione con le storie e con i numeri.

Parliamo di carcere con Antigone, anche lì ci sono donne, poche ed emarginate, il cui fenomeno si conosce a malapena: Susanna Marietti, coordinatrice dell’associazione in difesa dei diritti dei detenuti, nel presentare il loro rapporto sull’argomento, stila dieci proposte per riformare il modello detentivo femminile. Parliamo di donne migranti, di madri che si mettono in viaggio – quelle che il ministro Piantedosi ha stigmatizzato dopo il naufragio di Cutro. Ne parla la nostra blogger e attivista, Nadia Somma, che racconta che “le violenze sono spesso il motivo per partire – ma poi vengono subite anche durante il viaggio – gli stupri, la conseguenza delle gravidanze indesiderate, la richiesta di abortire e il sostegno per accedere all’interruzione volontaria”.

Parliamo con i numeri del divario di genere, li ha tracciati lavoce.info (sito di informazione economica) con l’analisi di Annalisa Cicerchia degli obiettivi dell’Agenda 2030. Gli indicatori di sviluppo sostenibile e di benessere confermano che resta ancora molta strada da fare. Laura Onofri, tra le fondatrici di SeNonOraQuando?, chiosa “c’è poco da festeggiare” ricordando lo slogan forse mai attuato degli anni 70: “Donna è bello”. Parliamo di congedo di paternità, una misura che in Italia risente ancora di un retaggio culturale, quello per cui è la donna l’unica depositaria del lavoro di cura e accudimento dei figli. Ne scrive un papà, Gianluca Foglia, disegnatore.

Parliamo di Bianca Graulau, una reporter portoricana che – con coraggio – sta denunciando gli effetti della speculazione delle grandi compagnie d’investimento, energetiche o immobiliari, statunitensi sull’isola. Diego Battistessa, latinoamericaneista, dà conto del reportage di Graulau che “a soli 5 mesi dal suo lancio ha già più di 12 milioni di visualizzazioni” e lo definisce “giornalismo d’avanguardia”.

Di 8 marzo parleranno anche Januaria Piromallo e la dottoressa Erica Poli, con una riflessione su spiritualismo e femminile.

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