Una lunga cantilena usata a mo’ di paravento per tre giorni sbriciolata nella sua inconsistenza appena la Guardia costiera ha rotto il silenzio. “Con il mare forza 7 era impossibile intervenire”, hanno ripetuto fin dalle prime ore autorevoli esponenti del governo e big della maggioranza per motivare il mancato intervento della forza militare più esperta quando c’è un pericolo in mare. Erano partiti il ministro Matteo Piantedosi e la sottosegretaria Wanda Ferro, quindi la litania era stata ripetuta dal governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto. E ancora da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, e dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Tommaso Foti.

La tesi, già vacillante di suo visti i numerosi precedenti di soccorsi a diportisti e migranti anche con mare forza 8 e le capacità tecniche delle classi 300 e 800 della Guardia costiera chiamate “ogni tempo” proprio per la capacità di navigare nel mare in burrasca, è stata cancellata in un amen tra martedì pomeriggio e mercoledì mattina. Prima il comunicato della Guardia costiera nella quale è stata fornita la versione della forza militare senza mai nemmeno lontanamente accennare alle difficili condizioni meteo, quindi le parole del comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi: “A noi risulta che domenica il mare fosse forza 4 ma motovedette più grandi avrebbero potuto navigare anche con mare forza 8″. Quindi, non solo la forza del mare non era all’ultimo livello prima della burrasca ma si assestava su “vento moderato” con onde tra 1,5 e 2 metri. Mare mosso, insomma.

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Eppure per giorni la grancassa è stata martellante. In conferenza stampa in Prefettura a Crotone, il ministro aveva detto: “Ieri era mare forza 7, giusto?”, chiede rivolgendosi al generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana. “Quindi – aggiunge – parliamo di onde di quasi 4 metri, per fortuna l’irresponsabilità di mettere in mare un battello si è limitata per il momento a questo episodio”. La numero due di Piantedosi, esponente di Fratelli d’Italia, era invece partita all’attacco attribuendo le informazioni proprio alla Guardia costiera e alla Finanza: “Durante la riunione in prefettura, hanno sottolineato chiaramente l’oggettiva impossibilità di intervenire a causa delle condizioni del mare forza 7″. Quindi l’affondo ai “militanti della sinistra” che “si presentano nei talk show come esperti di fenomeni migratori per gettare fango non solo sul governo con dichiarazioni gravissime, ma anche sui tanti servitori dello Stato che con dedizione, sacrificio, coraggio, sono impegnati ogni giorno a salvare vite umane”. Tra l’altro nessuno ha mai messo in discussione la professionalità della Guardia costiera, come va lamentando da giorni anche Matteo Salvini minacciando querele, ma anzi l’interrogativo è sempre stato l’esatto opposto: perché la professionalità delle donne e delle uomini del corpo, i migliori per le attività di soccorso in mare, non è stata messa in campo?

Nel “mare forza 7” è incappato anche Fabio Rampelli, deputato di Fdi e vicepresidente della Camera, nel tentativo di difendere il ministro Matteo Piantedosi dopo le sue frasi finite al centro della polemica: “Che cosa avrebbe dovuto dire? Avrebbe forse dovuto incoraggiare gli scafisti a prendere il largo con il mare forza 7?”. Stesso discorso per Foti che ha così spiegato la richiesta di Alberto Balboni, esponente di Fdi e presidente della commissione Affari costituzionali, a Piantedosi di chiarire se ci sono state lacune nei soccorsi: “Semplicemente serve a evitare le cose che sono state dette nei giorni scorsi, dato che stamattina ho continuato a sentire questo disco che è il governo che dice ‘no, non intervenite’ secondo alcuni”. Un modo per fare “chiarezza, anche se lo ha spiegato 30 volte” il ministro “che non si riusciva ad intervenire con mare forza 7”.

Stesso refrain di Occhiuto: “Ci è stato detto che non c’erano le condizioni per poter svolgere un’attività di salvataggio perché il mare era forza 7, e non c’erano imbarcazioni in grado di poter soccorrere questo barcone carico di migranti”, ha detto il presidente della Calabria aggiungendo che “Frontex ha dei protocolli, che prevedono sostanzialmente l’intervento di soccorso in mare e sarebbe utile che prevedessero pure l’utilizzo di imbarcazioni in grado di intervenire quando le condizioni del mare sono più critiche”. Secondo Vittorio Aloi, il più alto in grado della Guardia costiera sul luogo della strage di migranti, il mare e i mezzi a disposizione non hanno invece avuto un ruolo nel mancato intervento dei suoi operatori.

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