Da una parte le dimissioni, dall’altra la difesa d’ufficio. La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del sottosegretario Delmastro (Fdi) per rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito del caso Cospito ha provocato reazioni ovviamente opposte. Da un lato la maggioranza, che cerca di proteggere il proprio esponente di governo sottolineando come gli atti passati dal sottosegretario al suo compagno di partito Donzelli non fossero coperti da segreto; dall’altro l’opposizione, che chiede al componente del Governo Meloni un passo indietro immediato. Con ordine.

Fdi: “Quegli atti non erano segreti” – I capigruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e Lucio Malan hanno sottolineato una sorta di paradosso nella vicenda per difendere il loro collega di partito: “Apprendiamo dai giornali che il sottosegretario Delmastro sarebbe indagato per rivelazione del segreto d’ufficio. Con un piccolo particolare – hanno detto i due – I documenti che avrebbe riportato secondo il Ministero della Giustizia non sarebbero secretati, mentre sicuramente è coperta dal segreto l’indagine a suo carico, che invece sta sui giornali. Un bel cortocircuito! – hanno aggiunto – Ma tant’è, andiamo avanti con la certezza che tutto sarà chiarito in tempi brevi per poi continuare con più slancio di prima la nostra lotta a schiena dritta e a volto scoperto alla criminalità organizzata“. Sulla questione si è espresso anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano durante la conferenza stampa post consiglio dei ministri: “L’iscrizione nel registro degli indagati non è una condanna e non c’è nulla di diverso rispetto a quanto già detto dal presidente del Consiglio“.

Bonelli: “Dimissioni immediate sue e di Donzelli” – Di tutt’altro tono – e non poteva essere altrimenti – la presa di posizione di Angelo Bonelli. In una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra ha fatto notare che “spiace che a fare chiarezza sulla vicenda non sia stato il ministero della Giustizia ma sia l’autorità giudiziaria che sulla base dell’esposto che ho presentato il 2 febbraio alla Procura della Repubblica di Roma oggi avrebbe indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio il sottosegretario Delmastro”. Poi la spiegazione in merito al documento ricevuto: “La risposta che il ministero della Giustizia mi ha fornito pochi giorni fa è un vero e proprio boomerang perché nelle intenzioni del ministro Nordio c’era una chiara volontà di difendere e salvaguardare politicamente Donzelli e Delmastro che irresponsabilmente avevano diffuso atti del DAP riservati“. Perché sono un boomerang le dichiarazioni del ministero? Bonelli è stato categorico: “Il ministero mi ha comunicato che gli atti sul caso Cospito che avevo formalmente chiesto, a differenza di Donzelli, non erano divulgabili non per segreto di Stato o segreto investigativo, come il ministro ha incredibilmente dichiarato in Parlamento, bensì per violazione del segreto di ufficio. Nel respingermi la richiesta di avere gli stessi atti che Donzelli ha reso pubblici – ha continuato Bonelli – il ministero ha fatto riferimento a due norme per giustificare il diniego, ovvero art. 24/1990 e del D.M. del 25 gennaio 96 n. 115.”

Costa: “Equazione indagine-dimissioni è sbagliatissima” – Da qui la tesi del deputato verde: “Questo riferimento da parte del ministero è la prova che quegli atti erano riservati per stessa ammissione del ministero della Giustizia, quindi non c’entra nulla il segreto di Stato né il segreto amministrativo – ha aggiunto – Ora, ad accertare le responsabilità sarà, purtroppo, l’autorità giudiziaria e non il ministro Nordio che si è prestato a un’inaccettabile operazione politica che, da uomo diritto come lui è, non avrebbe dovuto avallare. Si è fatto trascinare in una difesa di ufficio degli esponenti di Fratelli d’Italia – ha detto ancora – Ribadisco che a prescindere dall’esito dell’inchiesta giudiziaria il sottosegretario Del Mastro e l’onorevole Donzelli si devono dimettere rispettivamente da sottosegretario e vicepresidente Copasir per evidente inadeguatezza e inaffidabilità e non vorrei che dall’inchiesta scaturisse una sconfessione delle tesi del ministro Nordio, perché a quel punto chiederemo conto anche a lui”. A rispondere a Bonelli è stato Enrico Costa, deputato del Terzo Polo e presidente del comitato parlamentare per i procedimenti di accusa: “No, caro Bonelli. L’equazione indagine=dimissioni è sbagliatissima. Non si usa la magistratura per colpire l’avversario politico. Le dimissioni si chiedono per ragioni politiche, non perché uno è indagato. Te lo dice chi su molte cose la pensa all’opposto di Delmastro”.

M5s e Pd: “Delmastro deve lasciare” – Anche il Movimento 5 stelle ha chiesto ai due esponenti di maggioranza di lasciare i rispettivi ruoli istituzionali. Secondo i rappresentanti pentastellati nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato “la posizione del sottosegretario Delmastro si aggrava. A prescindere dall’esito che avrà l’iter giudiziario è evidente che lui e Donzelli hanno rivelato contenuti che dovevano rimanere segreti – hanno scritto in una nota – Il loro comportamento è grave e denota totale inadeguatezza ai ruoli ricoperti, devono dimettersi dai rispettivi ruoli di sottosegretario alla Giustizia e vicepresidente del Copasir. Inoltre, la Camera deve calendarizzare immediatamente la mozione di censura presentata dal M5s”. Sulla stessa linea le capogruppo del Pd, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani: “Le dimissioni di Delmastro sono doverose, non per l’indagine della procura di Roma, ma per le sue gravi responsabilità politiche e istituzionali, per la superficialità e spregiudicatezza con cui ha diffuso informazioni delicate e riservate per colpire l’opposizione. Lo diciamo da settimane: Delmastro deve fare un passo indietro. La presidente Meloni e il ministro Nordio cosa aspettano?”.

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