Il giorno dopo il deposito delle motivazioni della sentenza di assoluzione per gli imputati nel processo sull’omicidio di Serena Mollicone, il pool della difesa della famiglia Mottola (Marco Mottola, suo padre Franco, ex comandante della caserma di Arce, e la madre Anna Maria) nel corso di una conferenza stampa a Cassino ha chiesto la riapertura delle indagini sulla morte della giovane trovata il 3 giugno 2001 in un boschetto nel 2001 ad Arce (Frosinone). Il maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca dei fatti comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Annamaria erano accusati di concorso nell’omicidio insieme al carabiniere Vincenzo Quatrale, accusato anche di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. L’altro carabiniere, Francesco Suprano, è stato assolto dall’accusa di favoreggiamento.

“Nelle motivazioni sono stati affrontati tutti gli aspetti principali che sono stati oggetto di dibattimento, non da ultimo le impronte digitali che non sono degli imputati ma del responsabile dell’omicidio e poi la Corte d’assise ha ricostruito la giornata del 1 giugno 2001, di Franco, Marco e Annamaria Mottola – ha detto l’avvocato del pool della difesa della famiglia Mottola, Mauro Marsella – Da qui è emerso un alibi assolutamente solido che li allontana totalmente dal fatto storico legato all’omicidio di Serena Mollicone. Quanto alla procura credo che con una sentenza così pregnante, così puntuale, così precisa e così trasversale auspico che davvero la procura di Cassino decida di non appellare la sentenza. Ma ovviamente questa è una determinazione che spetterà alla procura stessa. Nel caso dovessero fare appello saremmo pronti a difenderci anche in quella sede e a dimostrare l’estraneità totale degli ex imputati”.

“Abbiamo dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che gli investigatori hanno sbagliato, i Mottola sono innocenti, Carmine Belli (il carrozziere processato e assolto per l’omicidio, ndr) è innocente – ha detto il criminologo Carmelo Lavorino – Ora dobbiamo dare la caccia al vero assassino. Abbiamo gli elementi criminalistici, biologici concreti per individuare questo soggetto. Ora dobbiamo studiare con attenzione 52 faldoni, ricominciare tutto da capo e noi ci proponiamo alla procura assieme ai nostri avvocati di collaborare per individuare l’assassino o gli assassini di Serena Mollicone, perché questo caso deve essere risolto. Non è possibile che dopo oltre 20 anni dedichiamo tempo ancora a cacciare i fantasmi”.

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