Siamo ad inizio di una legislatura che per quanto attiene le politiche abitative si presenta molto preoccupante, non che i governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni si siano distinti, ma che un Governo e una maggioranza parlamentare nella sua prima legge di bilancio arrivasse ad azzerare i fondi contributo affitto e morosità incolpevole, ovvero gli unici, seppur insufficienti, ammortizzatori sociali nel settore abitativo, non era mai successo.

Quello che constato ogni volta che mi ritrovo ad incontrare parlamentari, sindaci, assessori regionali e comunali o ministri è una assoluta mancanza anche della sola percezione della gravità della questione abitativa in Italia.

Questa mancata percezione si riverbera in una attività parlamentare e di governo che porta ad una sottovalutazione della condizione abitativa che porta ad una quasi assenza di quella sensibilità, a parte rare eccezioni, che necessiterebbe ai parlamentari per tradurre la questione abitativa in termini di emendamenti e proposte di legge. Credo che la mancata percezione dipenda molto dal fatto che in Italia non esistono ancora fonti esaustive che aggiornino i dati. L’Osservatorio nazionale sul tema abitativo insediato solo pochi mesi fa, nonostante fosse previsto dalla legge 431 del 1998, segnala come il tema non sia in agenda politica visto che ci sono voluti 24 anni per insediarlo e non a caso non ne fanno parte i sindacati inquilini. Un Osservatorio che ad oggi non ha prodotto nulla.

Così come i dati relativi alla sofferenza abitativa non hanno mai un quadro di insieme che possa tradurre questo in proposta politica. Certo abbiamo dati forniti da istituti di ricerca, da associazioni e sindacati, ma sono sempre parziali e su singoli aspetti, quindi non determinano quella “percezione” necessaria a livello di governo nazionale e locale ma anche parlamentare.

In tale contesto la proposta inviata dall’Unione Inquilini alle deputate e deputati della VIII Commissione Ambiente della Camera mi sembra sia interessante e necessaria.
Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini, ha scritto una lettera ai componenti la Commissione Ambiente della Camera per chiedere di avviare una indagine conoscitiva – attenzione: non una commissione di inchiesta – che in sei mesi possa procedere ad una ricognizione complessiva e aggiornata della condizione abitativa in Italia, invitando in audizione le parti sociali, le associazioni di categoria, le associazioni del volontariato, gli enti di ricerca, esperti, Anci, Regioni e quanti possano fornire dati.

Una indagine conoscitiva, che mi auguro possa essere accolta come proposta dai gruppi parlamentari, che a titolo di esempio:

a) verifichi se sussiste la necessità di aumentare il numero di case popolari a canone sociale;

b) verifichi l’efficacia e i costi e benefici dei contributi affitto e morosità incolpevole anche accertando l’efficacia delle modalità di ripartizione e di erogazione dei fondi contributo affitto e morosità incolpevole;

c) accerti il numero di alloggi sociali a canone sociale e agevolato derivanti dai progetti Pinqua e dai piani integrati dei comuni e delle aree metropolitane;

d) verifichi il numero delle sentenze di sfratto, delle richieste di esecuzione e gli sfratti eseguiti con la forza pubblica e le attività messe in atto dai Comuni per affrontare le situazioni delle famiglie con sfratto in disagio economico, sociale e abitativo;

e) accerti il numero delle famiglie nelle graduatorie comunali per l’accesso ad alloggi di edilizia residenziale pubblica;

f) verifichi lo stato di attuazione dei programmi di social housing definendo il numero di alloggi messi a disposizione e assegnati in rapporto alle richieste, le modalità di assegnazione, il reddito medio delle famiglie effettivamente assegnatarie di alloggi di social housing;

g) accerti il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale che risultano inutilizzati per assenza di manutenzioni e il numero medio di alloggi assegnati nei singoli Comuni e a livello regionale a famiglie collocate nelle graduatorie.

Una indagine conoscitiva, che non a caso parta a inizio legislatura, che consenta a deputate e deputati di acquisire quella percezione strutturale della condizione abitativa a livello locale e nazionale, partendo da dati aggiornati, che consenta loro di poter proporre una serie di misure che intervengano sui nodi strutturali della sofferenza abitativa e queste si traducano in impegni concreti e vincolanti a livello parlamentare.

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