“Io non posso sottostare all’operato di una dirigente che prende le proprie decisioni in base al flusso del suo ciclo mestruale”. È una delle frasi sessiste, attribuite all’amministratore delegato di Consip, Marco Mizzau, che ha scatenato il terremoto all’interno della società del ministero Economia e Finanze che svolge il ruolo di stazione appaltante per lo Stato. Uno scossone tale che, a quanto risulta al Fatto, avrebbe contribuito alla decisione presa ieri delle altre due componenti del cda di Consip, la presidente Barbara Luisi e la consigliera Luisa D’Arcano, di dimettersi, facendo così decadere tutto l’organismo di vertice.

Alcune dipendenti, infatti, nei mesi scorsi hanno denunciato frasi e atteggiamenti a loro dire sessisti da parte del 46enne manager pubblico, fino a ottenere l’avvio di un’istruttoria interna che, prima delle dimissioni del cda, stava per arrivare alle battute finali. Notizie in merito erano state pubblicate da Sassate.it, sito d’informazione a cui stamane un gruppo di dipendenti anonime ha affidato una lettera in cui, tra le altre cose, si complimentano con le consigliere dimissionarie: “Loro che hanno conquistato non senza fatica un ruolo di rappresentanti delle istituzioni hanno agito con il senso più alto del dovere che la loro carica richiedeva”, si legge. Mizzau, contattato dal Fatto Quotidiano, ha respinto al mittente qualsiasi tipo di accusa su atteggiamenti sessisti o prevaricatori. “Da quando sono in Consip e in generale nella mia carriera, non ho mai mancato di rispetto ad alcun dipendente, sia uomo che donna. Ho un ottimo rapporto con tutto il personale”, ha detto l’ormai ex Ad, elencando anche tutta una serie di “occasioni organizzate che prima non c’erano, come il caffè del buongiorno. Abbiamo fatto la giornata della panchina rossa, la giornata della donna, e anzi posso dire che, come ribadito anche in alcune occasioni ufficiali verso l’esterno, noi puntiamo sulle donne, che ci danno una marcia in più ogni volta che riescono a raggiungere posizioni di prestigio”. E allora il procedimento interno? “Niente di tutto quello che è emerso è vero, ho ricevuto in queste ore tanti messaggi di stima”.

Ma alcune donne di Consip non sembrano pensarla alla stessa maniera. Una delle dipendenti che ha denunciato internamente (non esiste traccia di alcun ricorso di tipo penale o civile) i comportamenti di Mizzau, parla di continui riferimenti, tra il serio e l’ironico, al ruolo della donna subalterno a quello dell’uomo. “Tu donna che sai fare il caffè”, oppure “com’è l’umore oggi? Finito il ciclo?”, alcune delle frasi che le dipendenti hanno denunciato come comportamenti sessisti. Accuse che l’ex Ad ieri al Fatto ha respinto fermamente: “Io mi faccio il caffè da solo, ho la macchinetta in ufficio, non ho mai chiesto a nessun mio dipendente di farmi da cameriere”.

La questione insomma rischia di essere spinosa. Mizzau è un manager molto apprezzato. Prima di Consip è stato direttore generale di InarCassa, era tra i vertici del Campus Bio-Medico di Roma ed è stato anche in Ernst & Young e Ferrovie dello Stato. Con la dimissioni dei vertici, da capire il destino dell’istruttoria interna, che ovviamente è secretata e non era ancora arrivata a conclusione.

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