Scende sotto i 60 euro al megawattora il prezzo del gas trattato sul mercato di Amsterdam che fa da riferimento per gli scambi europei. Al momento le quotazioni scendono di oltre il 14% a 55 euro. Il gas torna quindi su valori che non si vedevano dal settembre 2021 e sono ben al di sotto dei valori che hanno immediatamente preceduto l’invasione dell’Ucraina (79 euro). Il prezzo è ancora su livelli storicamente piuttosto elevati ma niente a che vedere con i picchi raggiunti alla fine dell’estate scorsa quando si comprava a 340 megawattora. I prezzi hanno iniziato una ripida discesa da fine agosto, da metà dicembre ad oggi si sono più che dimezzati. Le quotazioni sono spinte al ribasso da diversi fattori. Il primo è l’inverno sinora insolitamente mite in gran parte dell’Europa, circostanza che ha ridotto i consumi rispetto alle previsioni e consentito alle riserve di rimanere su livelli elevati.

La media europea di riempimento degli stoccaggi è ancora dell’81% con la Germania addirittura al 90% (Italia al 79%), livelli che a questo punto garantiscono un superamento della stagione fredda relativamente indolore. Inoltre buona parte delle forniture russe sono state rimpiazzate con carichi di gnl, il gas liquefatto che arriva via nave, principalmente da Stati Uniti (diventati da poco i primi fornitori dell’Europa) e dal Qatar. L’Italia ha rafforzato i flussi provenienti dall’Algeria, storico partner energetico del nostro paese. “L’ Europa è stata fortunata quest’inverno poiché il clima mite ha ridotto la domanda di idrocarburi ma la crisi energetica non è finita”, ha affermato oggi il presidente esecutivo del gruppo spagnolo Iberdrola Ignacio Galan intervenendo al forum di Davos. “Finché i mercati dell’energia saranno eccessivamente dipendenti dai combustibili fossili ed esposti alle vicissitudini geopolitiche, rimarranno fragili”, ha aggiunto Galan. I cali dei prezzi sul mercato delle ultime settimane per ora non si sono ancora tradotti in un sollievo per i consumatori finali. Anzi, l’ultimo aggiornamento dell’Autorità per l’energia (Arera ) delle tariffe vede un incremento delle bollette del 23%. Tuttavia, se pure con un certo ritardo, i cali delle quotazioni sono destinati a provocare una graduale discesa dei prezzi anche per imprese e famiglie. Benefici dovrebbero in prospettiva interessare anche le tariffe elettriche. Quasi il 40% dell’energia italiana è infatti generata in centrale alimentate a gas.

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