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“Legittimo oscurare il profilo di CasaPound”: il Tribunale di Roma dà ragione a Facebook

Bloccare i contenuti della pagina del movimento politico di estrema destra è stata una decisione legittima: "I discorsi d'odio non rientrano nell’ambito della tutela della libertà di manifestazione del pensiero che non può spingersi fino a negare i principi fondamentali e inviolabili del nostro ordinamento"
“Legittimo oscurare il profilo di CasaPound”: il Tribunale di Roma dà ragione a Facebook
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Per il Tribunale di Roma Facebook ha ragione: giusto oscurare la pagina social di CasaPound perché istiga all’odio. La sentenza di primo grado dà ragione a Meta Platforms Ireland, la società che controlla Facebook, e ribalta una precedente decisione della sezione civile.

Bloccare i contenuti della pagina del movimento politico di estrema destra è stata una decisione legittima e il giudice lo scrive nero su bianco: “I discorsi d’odio, poiché in grado di negare il valore stesso della persona così come garantito agli articoli 2 e 3 della Costituzione, non rientrano nell’ambito della tutela della libertà di manifestazione del pensiero che non può spingersi fino a negare i principi fondamentali e inviolabili del nostro ordinamento”. Tra l’altro Facebook non solo aveva il diritto di oscurare la pagina ma anche il “dovere legale di rimuovere i contenuti, una volta venutone a conoscenza, rischiando altrimenti di incorrere in responsabilità”.

CasaPound si era opposta alla decisione del social network invocando il rispetto della libertà d’espressione. La recente sentenza è l’ultima tappa di un querelle iniziata nel settembre del 2019, quando è arrivata la decisione di Facebook (e Instagram) di oscurare le pagine di Forza Nuova e CasaPound. Meno di tre mesi dopo, però, il tribunale civile di Roma, ha accolto il ricorso dell’associazione di estrema destra, ordinando al social network la riattivazione immediata del profilo. Per iol giudice “il soggetto che non è presente su Facebook è di fatto escluso (o fortemente limitato) dal dibattito politico italiano”. Adesso, invece, è arrivata la nuova decisione che, questa volta, considera legittima la scelta del social network.

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