Il record degli aumenti si è registrato nei primi tre mesi del 2022, con un incremento di oltre il 41% rispetto al trimestre precedente. Dall’invasione russa dell’Ucraina, il mercato del gas è uscito dagli schemi tradizionali. È la guerra la voce che incide di più sulle bollette. Il mercato segue un andamento inedito: nonostante la media degli stoccaggi europei sia oltre l’80% e ci
sia abbondanza di gnl, i prezzi rimangono su valori storicamente elevati. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina il costo al megawatt/ora superava difficilmente i 60 euro. I grafici realizzati da ilFattoQuotidiano.it mostrano che il costo del gas naturale per una famiglia in regime di tutela e con consumo annuale di 1.400 m³ è arrivato a 137 centesimi per metro cubo: un aumento del 41% rispetto al trimestre precedente.

In questo quadro la stagionalità non è più il principale fattore che influenza il mercato del gas. Nel 2022 non è stata la minore richiesta di gas nei mesi più caldi a far diminuire le bollette, ma il Decreto-aiuti. Nel secondo trimestre c’è stata una riduzione della bolletta del 9.9% rispetto al record dei tre mesi precedenti, comunque in aumento del 68% sullo stesso periodo del 2021. L’intervento deciso dal governo Draghi ha azzerato gli oneri di sistema, riuscendo solo in parte a compensare l’aumento del costo del gas naturale, che rimane la voce più pesante sulla bolletta, nel secondo trimestre del 2022 è più che triplicato rispetto allo stesso periodo prima della guerra.

Tradizionalmente i consumi si concentrano tra ottobre e marzo, i mesi più freddi. Ad esempio, tra il terzo trimestre 2020 e quello successivo c’è stato un incremento dell’11%, mentre tra l’ultimo
trimestre del 2020 e il primo del 2021 si è registrato un ulteriore aumento di oltre il 5%. Percentuali simili si ottengono anche analizzando gli stessi periodi del 2019, con prezzi in decrescita nel
secondo e nel terzo trimestre di ogni anno.

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