Dalla clamorosa retromarcia sui pagamenti elettronici all’estensione del taglio del cuneo fiscale, con risorse che arrivano anche dall’ulteriore taglio del reddito di cittadinanza. Mentre le pensioni minime salgono a 600 euro solo nel 2023 per gli over 75 e l’assegno unico viene maggiorato per le famiglie numerose. Sono alcune delle novità del pacchetto di emendamenti depositato dal governo in commissione Bilancio della Camera e illustrato domenica sera dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. L’incertezza sul Pos per l’intera giornata ha dato alle opposizioni la sponda per attaccare il governo in commissione, dove si conta di completare l’esame in una seduta notturna tra lunedì e martedì per andare mercoledì in Aula, dove il voto di fiducia potrebbe arrivare fra giovedì e venerdì, all’antivigilia di Natale. Il Senato completerà l’approvazione prima di capodanno. Sembra accantonata l’idea proposta nei giorni scorsi dal viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI): estinzione di reati come l’omessa dichiarazione o la dichiarazione infedele per chi aderisce alla pace fiscale. Non ne ha fatto cenno Giorgetti, accolto in commissione alle 21.30 dalle opposizioni furiose per il ritardo con cui sono stati presentati gli ultimi e più corposi emendamenti dell’esecutivo.

Taglio del cuneo – Si allarga la platea che godrà del taglio di tre punti del cuneo fiscale: sale da 20mila a 25mila euro il tetto di reddito sotto il quale i lavoratori dipendenti avranno diritto allo sgravio maggiorato. Da 25mila a 35mila euro di reddito il taglio resta al 2%, come deciso dal governo Draghi per il 2022.

Pensioni – Salgono a 600 euro solo nel 2023 le pensioni minime per gli over 75. Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni. C’è l’indicizzazione piena per le pensioni 5 volte la minima e viene portata dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-2500 euro). Mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5000 euro). Nessuna novità su Opzione donna: “Il governo ha opinioni che si scontrano con una onerosità significativa”, ha dovuto ammettere Giorgetti.

Rdc – Il Reddito di cittadinanza sarà per 7 e non 8 mensilità nel 2023, e aumenta da 6mila a 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per chi assume a tempo indeterminato i beneficiari del sussidio.

Assegno unico – Incremento della maggiorazione dell’Assegno unico e universale riconosciuta ai nuclei con quattro o più figli.

Congedo parentale – Aumenta all’80% l’indennità del congedo parentale riconosciuta ai genitori, in via alternativa, per il periodo di un mese.

Borse di studio – Le borse di studio destinate agli studenti universitari con disabilità sono escluse dal computo reddituale ai fini della percezione di altre misure assistenziali in favore degli invalidi. Vengono istituite borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Pos e contante – L’emendamento del governo elimina la novità relativa all’obbligo di accettare pagamenti con il Pos mentre è confermato che il tetto al contante salirà a 5mila euro, nonostante un refuso nel testo corretto in extremis domenica sera. “Il governo – ha detto il ministro Giorgetti – è disponibile a un confronto con la commissione Bilancio per quanto riguarda una soluzione compatibile con la normativa e gli impegni assunti dal precedente governo sul Pnrr”. Questo il nodo che, nell’interlocuzione con Bruxelles, ha portato al ripensamento. L’esecutivo “caldeggia”, ha spiegato Giorgetti, forme “di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni”.

Stralcio delle cartelle – Viene fatto slittare di due mesi lo stralcio delle cartelle fino a mille euro, in cui non rientrano più multe e tributi locali.

Niente norma salva-calcio – “I debiti fiscali del calcio verranno trattati come quelli di tutti”, ha chiarito il responsabile del Tesoro, “per quelli previdenziali vanno saldati entro i termini, pena le procedure previste”.

Superbonus – E’ prorogata al 31 dicembre la Cilas per il superbonus al 110%. Proroga anche per le detrazioni fiscali per le spese per interventi diretti alla eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici unifamiliari e nei condomini.

Mutui – Si ripristina la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso con un meccanismo di calcolo vantaggioso per il mutuatario.

Iva ridotta sulle case green – L’Iva ridotta sarà del 50% (attraverso un credito di imposta) per chi acquista direttamente dal costruttore abitazioni in classe energetica A e B.

Pubblica amministrazione – Gli emendamenti del governo per la pa, tra gli altri, prevedono l’armonizzazione dell’indennità di amministrazione per il personale Anpal e dell’Inl, disposizioni per l’attuazione del Pnrr in materia di processo civile e riduzione a 12 mesi della durata del tirocinio dei magistrati ordinari, assunzioni per il Masaf (300 unità di personale, area funzionari) per il contrasto alle frodi; rifinanziamento dell’incentivazione sperimentale del personale non appartenente al ruolo sanitario di livello dirigenziale del Ministero della sanità.

Caro energia – Proroga al primo trimestre dell’anno 2023 dell’applicazione dell’aliquota Iva ridotta al 5 per cento alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia; estensione al settore del teleriscaldamento della riduzione dell’aliquota Iva al 5 per cento, per il primo trimestre dell’anno 2023; sospensione fino al 31 gennaio 2023 dei procedimenti di interruzione della fornitura per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto del gas naturale. Tra le modifiche anche la riduzione al 10 per cento dell’aliquota IVA applicata ai pellet, per l’anno 2023; il riconoscimento di un contributo straordinario per le IPAB in ragione dell’incremento dei costi dell’energia.

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