A livello calcistico l’allarme è scoppiato in casa della Francia: dopo Upamecano e Rabiot, anche Coman è stato colpito da sintomi influenzali. In Qatar la nazionale transalpina domenica si gioca la finale dei Mondiali contro l’Argentina e ha deciso di tornare alle mascherine, obbligatorie per tutti i giornalisti in conferenza stampa e zona mista. Poi la Federcalcio francese ha comunicato che si tratta di “laringite“, per spegnere le voci sul Covid ma anche su un altro virus. Una prima allerta per la Coppa del Mondo in Qatar, che riguarda i tifosi più dei calciatori, era già stata messa in evidenza dal ‘The Lancet Global Health‘: un gruppo di esperti di diversi centri con sede dall’Arabia Saudita al Portogallo aveva infatti sottolineato che il rischio di un aumento della trasmissione di Mers non è da sottovalutare, per via del fatto che due maxi eventi che si stanno svolgendo in contemporanea nel Paese – i Mondiali e un festival per il concorso di bellezza dei cammelli del Camel Mzayen Club – stanno attirando centinaia di migliaia di persone dal Medio Oriente e da tutto il mondo.

Che cos’è la Mers? Ribattezzata ‘influenza del cammello‘, è una patologia che “conosciamo dal 2012, è un coronavirus che ha un’alta letalità e che non si riesce a controllare da allora nelle regioni del Medio Oriente. E’ sostanzialmente come Covid/Sars-CoV-2“, spiega all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene dell’università Statale di Milano. In considerazione dell’alto numero di spostamenti in occasione dei Mondiali di calcio, la presenza di un possibile rischio correlato alla diffusione di questo virus va vista “come esigenza di sorveglianza“. Alcuni Paesi hanno effettivamente segnalato la necessità che le autorità sanitarie e i medici vengano sensibilizzati sul rischio di Mers nei viaggiatori al rientro dalla Coppa del mondo che si svolge in Qatar.

Il mix tra i Mondiali e il concorso di cammelli crea, scrivono gli autori del commento su ‘The Lancet Global Health’, “condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni zoonotici associati ai cammelli con potenziale epidemico. Questi agenti patogeni includono il Mers-CoV, altamente letale. I cammelli dromedari in Medio Oriente sono un importante serbatoio di Mers-CoV. Gli esseri umani vengono sporadicamente infettati attraverso il contatto diretto o indiretto con cammelli o latticini di cammello infetti”. “Effettivamente è possibile – ammette Pregliasco – e si tratta un po’ di verificare le connessioni. Questa è una zoonosi che vede cammelli e altri mammiferi come possibili capi che si infettano e possono trasmettere anche la malattia all’uomo. E’ un segnale di attenzione da cogliere. Lo abbiamo capito con Sars-CoV-2 che l’interconnessione di più persone da luoghi diversi può determinare questo rischio“.

Segnalato come nuovo patogeno umano dall’Arabia Saudita nel 2012, Mers-CoV all’1 novembre 2022 a livello globale ha all’attivo 2.600 casi confermati in laboratorio, inclusi 894 morti (tasso di letalità 34%), segnalati da 27 Paesi. Gli scienziati che hanno scritto sulla rivista del gruppo The Lancet spiegano che “sebbene la maggior parte delle infezioni si sia verificata in Medio Oriente, anche 8 Paesi in Europa hanno segnalato infezioni confermate, tutte con collegamenti di viaggio con la penisola arabica. Nel maggio 2022, le autorità del Qatar hanno segnalato all’Oms due persone con Mers, di cui una è deceduta. Entrambi avevano avuto contatti con cammelli e avevano consumato latte di cammello crudo“. Elementi che spingono gli esperti a ribadire: “Il rischio che i visitatori del Qatar tornino nei loro Paesi d’origine infettati da Mers-CoV rimane reale”.

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