È soprattutto nel “mattone” che si concentrano gli investimenti del Qatar in Italia. Palazzi, alberghi, resort di lusso. L’investimento più importante è a Milano dove l’Emirato possiede il 100% dell’area di porta Nuova, zona centrale della città lombarda protagonista di una trasformazione radicale nell’ultimo decennio. Qui hanno sede edifici iconici come il grattacielo Unicredit, o il “bosco verticale” e altri sono in costruzione o in progetto. Dal 2015 il fondo sovrano Qatar Investment Authority (Qia), dove confluiscono i proventi della vendita di gas e petrolio e che amministra circa 450 miliardi di dollari (422 miliardi di euro), ha rilevato il 100% dell’intera area milanese, per un investimento il cui valore è stimato in circa 2 miliardi di euro. Nel complesso Doha è presente nel mercato immobiliare con investimento per oltre 5 miliardi. A Milano possiede anche l’hotel di lusso Excelsior Gallia. Al Qatar fanno poi capo alberghi 5 stelle a Roma (St. Regis ed Exclesior ), a Firenze (Four Season e Baglioni) e a Venezia (Gritti), oltre a diversi complessi in costa Smeralda.

Praticamente inesistenti viceversa le partecipazioni dirette in aziende italiane. Sono però numerosi i progetti che vedono il Qatar affiancato a gruppi del nostro paese. Di recente la Qatar Investment Authority ha siglato un accordo con Enel green power per lo sviluppo di energie rinnovabili in Africa, Eni è una delle compagnie incaricate di sviluppare ulteriormente la produzione di gas liquefatto (gnl) nel paese, già oggi secondo esportatore al mondo dopo gli Stati Uniti. Leonardo ha diversi contratti per la fornitura di sistemi difensivi e di vigilanza. Molte invece le partecipazione “pregiate” all’estero. Qia possiede ad esempio il 15,5% di Volkswagen. E poi il 6,3% della banca inglese Barclays e il 6% di Credit Suisse. Ha quote importanti in Airbus, Total, Vivendi ed Engie. Attraverso la divisione sportiva è proprietaria della squadra di calcio Paris Saint Germain.

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