La politica Covid zero portata avanti con ostinazione da Pechino, e allentata di recente solo in seguito a diffuse proteste, sta gravemente penalizzando l’economia cinese. L’ultima indicazione in tal senso arriva dai dati su produzione industriale e vendite al dettaglio, diffusi oggi. I consumi in particolare hanno segnato in novembre un meno 5,9%, sensibilmente più delle attese. La produzione manifatturiere è salita del 2,2% rispetto a novembre 2021 ma il dato è, anche in questo caso, peggiore delle previsioni (+ 3,6%). La disoccupazione è risalita al 5,7% (era al 5,5% a ottobre), ai livelli più alti da maggio. Da queste indicazioni è ragionevole suppore che il quarto trimestre del 2022 sarà particolarmente deludente per l’economia cinese. La quota dei consumi sulla domanda interna complessiva rimane modesta (30%) e questo obbliga il paese a supplire con export ed investimenti, per lo più pubblici.

La situazione sociale del paese è molto complicata. L’abbandono della versione più restrittiva dei lockdown ha fatto esplodere i contagi anche perché la Cina è in ritardo sui programmi vaccinali. Nuovi studi seggnalano la possibilità che senza un’accelerazione la stagione invernale causerà un milione di vittime da Covid. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale il prodotto interno lordo cinese dovrebbe crescere quest’anno del 3,2% (come quello italiano, ndr) in forte rallentamento dal + 8,2% del 2021. Una parziale ripresa è attesa nel 2023 (+ 4,4%).

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