“Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia”. “Ci vuole la morte di lei e sua figlia”. “Veramente attenta, finiscila cò sta cosa di togliere il reddito di cittadinanza sennò ti ammazzo ma lo capisci?”. Nella disputa politica sul reddito di cittadinanza, che sui social si colora come spesso accade di toni inaccettabili e violenti, l’account Twitter di Fratelli d’Italia sceglie di diffondere e amplificare i messaggi indirizzati alla premier e alla sua famiglia. Minacce che il partito, facendo quadrato attorno a Giorgia Meloni, definisce frutto del clima d’odio. Alla presidente del Consiglio sono arrivati i messaggi di solidarietà e vicinanza di tanti esponenti politici e dei ministri del governo. E c’è chi, come la capogruppo al Senato di Forza Italia Licia Ronzulli, parla di “cattivi maestri” che “aizzano le folle e armano le piazze” per attaccare il governo sulla cancellazione del reddito di cittadinanza. Scontato il riferimento al leader del M5s Giuseppe Conte (che Ronzulli non cita), per una questione che col passare delle ore è diventata squisitamente politica. La conferma è arrivata dalle parole della sottosegretaria al Mur Augusta Montaruli (Fdi), che ha accusato M5s e il suo leader di “silenzio compiacente”. A sua volta, però, l’ex premier ha detto la sua a margine di un evento a Torino, parlando di “ferma condanna” e ricordando cosa era capitato a lui quando era presidente del Consiglio, con le minacce ricevute “durante l’emergenza pandemica”. Nel frattempo, l’autore dei post contro Giorgia Meloni è stato identificato e denunciato dalla polizia di Siracusa: si tratta di un 27enne disoccupato.

LE REAZIONI DELLA POLITICA – “Un abbraccio a Giorgia Meloni e a sua figlia per le gravi minacce subite – scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani – Se qualcuno pensa di condizionare l’azione di questo governo con la violenza si sbaglia di grosso. Mi auguro una condanna trasversale verso l’accaduto”. “Le minacce a Giorgia Meloni non sono solo rivolte al presidente del Consiglio, ma a tutta la politica. Per questo -. scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook – bisogna unirsi nel respingerle con fermezza al mittente”. “Le gravi minacce alla presidente del consiglio e a sua figlia sono un atto vile e inaccettabile – dichiara a nome delle deputate e dei deputati democratici la capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani – Difronte a questo nuovo attacco, ribadiamo la nostra ferma condanna a ogni violenza, in qualsiasi forma si manifesti, ed esprimiamo la nostra solidarietà a Giorgia Meloni e alla sua famiglia”. “Le minacce alla vita dei familiari sono oltre ogni limite. Solidarietà a Giorgia Meloni” scrive su Twitter il leader di Articolo 1 ed ex ministro della Salute Roberto Speranza. “Tutta la mia solidarietà a Giorgia Meloni per le disgustose minacce di morte ricevute sui social, indirizzate non solo a lei ma anche alla figlia. I responsabili vanno individuati e puniti, bisogna fermare questa pericolosa escalation di odio” scrive sui social Mara Carfagna, deputata e presidente di Azione.

GIUSEPPE CONTE NEL MIRINO – Lo spostamento sul piano politico della vicende delle minacce diventa plastico con le dichiarazioni di Licia Ronzulli: “Ci sono cattivi maestri che vanno in piazza a dire cose non vere: qualcuno sta alimentando questo clima, sta armando la mano di qualcuno – ha detto la capogruppo di Forza Italia al Senato – Andare nelle piazze a raccontare che aboliremo il rdc è una palese distorsione della realtà”, significa “aizzare le folle, armare le piazze“. E ancora: “Prima non c’era il rdc ma altri strumenti di sostegno, continueranno ad esserci. Non togliamo il rdc, ammesso si chiamerà così anche in futuro”, ma verranno fatti degli interventi per “rimodulare. Raccontare che tra 8 mesi ci sono persone che resteranno senza vuol dire -ribadisco – aizzare le folle e armare le piazze. Continuerà ad esserci per chi ne ha necessità“. Chiaro, come detto, il riferimento a Giuseppe Conte, che Ronzulli non cita a differenza della sottosegretaria al Mur Augusta Montaruli (Fdi): “A fronte di un clima che dovrebbe preoccupare tutti e invitare alla solidarietà unanime – ha detto – ancora una volta si registra il silenzio una parte della politica. Particolarmente grave è l’atteggiamento di chi, come Giuseppe Conte e il suo Movimento 5 Stelle, da un lato sta aizzando le piazze e dall’altro non ci pensa minimamente a prendere le distanze da toni e posizioni violente. A questo punto – è la conclusione di Montaruli – è lecito pensare che tale silenzio reiterato non sia casuale, ma voluto e compiacente”.

LA REPLICA DEL LEADER M5S – Non si è fatta attendere la replica di Giuseppe Conte, che a margine di un evento a Torino ha detto la sua sulla questione: “Una ferma condanna, senza se e senza ma, per minacce che sono arrivate alla premier e a sua figlia. Questi gesti sono esecrabili, bisogna stare vicino alle istituzioni” ha detto l’ex presidente del Consiglio. Che poi ha ricordato ciò che era capitato a lui: “Io so cosa significa, quando ero presidente del Consiglio ho ricevuto tante minacce in particolare durante l’emergenza pandemica“.

DENUNCIATO L’AUTORE DEI COMMENTI – L’autore delle minacce è stato identificato dalla Polizia. Su disposizione della Procura di Siracusa, personale della Polizia Postale e della Digos ha eseguito una perquisizione nei confronti di uomo di 27 anni, disoccupato, residente nella provincia, indagato per violenza privata aggravata nei confronti della presidente del Consiglio. In particolare gli operatori del Servizio Polizia Postale di Roma avevano rilevato sull’account ufficiale Twitter della premier la pubblicazione di messaggi di minacce di morte finalizzati ad evitare l’eliminazione del reddito di cittadinanza. Nonostante l’utente utilizzasse uno pseudonimo, le attività tecnico investigative hanno permesso l’identificazione dell’odierno indagato. Sulla base delle evidenze investigative, l’Autorità giudiziaria ha disposto la perquisizione domiciliare ed informatica nei confronti dell’uomo. Gli operatori specializzati del Centro di Sicurezza Cibernetica Sicilia Orientale della Polizia Postale hanno proceduto al sequestro di apparecchiature informatiche e dell’account social utilizzato per la condotta criminosa.

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