Un’altra inchiesta piove sulla Juventus. Questa volta è stata aperta a Nyon “per potenziali violazioni delle norme sulle licenze per club e sul fair play finanziario“. La Uefa, il massimo organo di governo del pallone in Europa, indaga sul club bianconero. Si tratta di un atto dovuto, alla luce dell’inchiesta della Procura di Torino, che oggi ha chiesto il rinvio a giudizio per la Juve e per 12 indagati: rischiano il processo Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e l’ex ds Fabio Paratici. L’Uefa lo ha annunciato con un comunicato ufficiale: “La Prima Sezione del Club Financial Control Body ha aperto oggi un’indagine formale nei confronti della Juventus FC”.

Nella nota viene specificato che, se dovesse emergere una situazione diversa da quella verificata lo scorso 23 agosto dalla stessa Prima Sezione, non si escludono una “azione legale” e possibili “misure disciplinari” contro il club. La Juventus, quindi, oltre a rischiare un nuovo procedimento da parte della giustizia sportiva italiana – che potrebbe portare a un’ammenda ma anche a una penalizzazione di punti in classifica – rischi a sua volta di ricevere sanzioni anche a livello europeo. Senza dimenticare come Andrea Agnelli sia da tempo ai ferri corti con i vertici dell’Uefa e il suo presidente Aleksander Ceferin per via dell’iniziativa della Superlega. L’atto dell’Uefa però non ha nessun collegamento con la richiesta della Liga spagnola e del suo presidente da Javier Tebas, un altro nemico della proposta di Juve e Real Madrid.

“L’inchiesta – si legge nel comunicato Uefa – si concentrerà sulle presunte violazioni finanziarie recentemente rese pubbliche a seguito del procedimento condotto dalla Consob e dalla Procura della Repubblica di Torino. In data 23 agosto 2022, la Prima Sezione Cfcb ha concluso un accordo transattivo con Juventus FC. Il presente accordo transattivo è stato concluso sulla base delle informazioni finanziarie precedentemente presentate dalla Società relative agli esercizi chiusi nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022. Nel caso in cui, dopo la conclusione di questa indagine, la situazione finanziaria del club fosse significativamente diversa da quella valutata dalla Prima Sezione Cfcb al momento della conclusione dell’accordo transattivo, o se emergessero o venissero a conoscenza fatti nuovi e sostanziali, la Prima Sezione Cfcb si riserva il diritto di rescindere l’accordo transattivo, intraprendere qualsiasi azione legale ritenuta opportuna e imporre misure disciplinari in conformità con le Regole procedurali Uefa applicabili”.

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