La scelta delle dimissioni di Andrea Agnelli e dei componenti del Consiglio di amministrazione è maturata anche per il rischio che la Juventus venisse commissariata. Non solo quindi la possibilità che la procura di Torino, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti falsi in bilancio e aggiotaggio telematico, chiedesse nuove misure cautelari dopo l’approvazione del bilancio già rimandata due volte, ma anche che presentasse una denuncia al Tribunale per gravi irregolarità ex articolo 2409. Cosa vuol dire? Si tratta della richiesta di un’ispezione finalizzata al controllo giudiziario: una facoltà che il codice civile assegna anche ai pubblici ministeri quando le società sono quotate in Borsa. Una mossa possibile visto come la procura di Torino sta seguendo passo dopo passo ancora oggi il modus operandi del club in vista della richiesta di rinvio a giudizio degli ormai ex vertici, con una possibile scrematura degli indagati. Per alcune figure secondarie, infatti, potrebbe essere avanzata la proposta di archiviazione.

Si spiega anche così la decisione di azzerare il Consiglio di amministrazione e riscrivere il bilancio aderendo ai rilievi della Consob sulle “manovre stipendi”, la parte più solida dell’inchiesta penale in virtù del materiale sequestrato dalla Guardia di finanza che sta portando avanti gli accertamenti disposti dai pm Ciro Santoriello e Mario Bendoni, coordinati dall’aggiunto Marco Gianoglio. Ad avviso dei magistrati, infatti, come dimostrerebbero le “side letter” (scritture private) occultate nello studio dell’avvocato Cesare Gabasio, non si trattava di una rinuncia alle mensilità ma di una dilazione di pagamento. E oltretutto non sarebbero state contabilizzate correttamente. All’appello tra l’altro, secondo il Corriere della Sera, mancano 34 milioni di euro della seconda “manovra stipendi”. Oltre la metà di questa cifra – tra i 19 e i 20 milioni – riguarda Cristiano Ronaldo che non li avrebbe ancora incassati.

Dei soldi del campione portoghese – che ha appena rinunciato a una cifra simile da parte del Manchester United nell’accordo di separazione – si parla in un’intercettazione facendo riferimento a una “carta” che “non si deve trovare”. Ne discutevano il ds Federico Cherubini, non indagato, e il legale bianconero Cesare Gabasio che aggiungerebbe, secondo il Corriere, “poi ci tocca fare una transazione falsa”. In altre intercettazioni si discute invece debiti nei confronti dell’Atalanta, una vicenda rispuntata anche in un faccia a faccia tra Cherubini e gli investigatori durante il quale il direttore sportivo bianconero, non indagato, ha parlato di “6-7 milioni”. Quei debiti non sarebbero mai stati contabilizzati.

Ulteriori accertamenti sono in corso, inoltre, su altre scritture private che riguardano però le cosiddette “call di riacquisto” di calciatori in prestito con obbligo di riscatto. Ad esempio, nel 2018, l’attaccante Alberto Cerri finì al Cagliari e a bilancio venne iscritta una plusvalenza di 8 milioni. Ma una mail del 12 luglio garantirebbe alla Juve la possibilità di riprenderselo. E di conseguenza, secondo gli investigatori, la plusvalenza non avrebbe dovuto finire nel bilancio. I difensori degli indagati intanto, nell’ambito della propria strategia difensiva, stanno ipotizzando la possibilità di chiedere che la competenza territoriale venga riconosciuta alla procura di Milano facendo leva sulla contestazione dell’aggiotaggio telematico, reato che si sarebbe consumato a Piazza Affari.

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