La prima dell’anno, il 6 gennaio, è stata Guglielmina Pasetto, soffocata dal marito. Una delle ultime vittime, il 6 novembre scorso, si chiamava Metusev Slobodanka, accoltellata da convivente. Dall’1 gennaio al 7 novembre sono 95 le donne vittime di omicidio in Italia; la metà, 48, sono state uccise dal loro partner, attuale o ex. Altre 33 donne sono state uccise sempre nel contesto familiare-effettivo, ma non dal partner. Sono riportati tutti i loro nomi nel report “Il pregiudizio e la violenza contro le donne” elaborato dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza e illustrato oggi in Campidoglio, alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e del capo della Polizia, Lamberto Giannini. E proprio guardando al futuro, il titolare del Viminale ha annunciato nuove misure di contrasto: “Finora la strategia messa in campo contro la violenza sulle donne, con il Codice rosso, ha dato risultati importanti. Il quadro normativo può essere ancora migliorato, rafforzando le misure preventive, ampliando ad esempio la portata dell’ammonimento del questore“.

Il rapporto ha tracciato un bilancio della legge sul Codice rosso, entrata in vigore nell’agosto del 2019, introducendo una corsia prioritaria per la trattazione di reati contro le donne e nuove fattispecie e circostanze aggravanti. Il più alto numero di violazioni nei tre anni in esame si registra sui provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: dall’agosto del 2019 al 30 settembre di quest’anno sono stati commessi 6.499 delitti di questo tipo (le vittime sono donne nell’82% dei casi). Segue il revenge porn, (3.496 delitti, il 72% ai danni di donne). Per quanto riguarda il primo reato, quest’anno si registra un aumento del 12% rispetto al 2021 (1.824 contro 1.631). L’incidenza della violazione vede in testa la Sicilia con 17,4 reati ogni 100mila abitanti, seguita dalla Valle d’Aosta con 17,2. Per il revenge porn il 2022 fa registrare un calo del 20%: 871 reati contro 1.090. L’incidenza per 100mila abitanti vede in testa il Molise (7,5), seguito da Sicilia (7,2) e Sardegna (7). Femmine il 72% delle vittime.

Nello stesso periodo considerato sono state 4.416 le violenze sessuali (+9% rispetto al 2021); donne il 92% delle vittime. Altra fattispecie introdotta dalla legge sul Codice rosso è la costrizione o induzione al matrimonio. Da allora sono 48 gli episodi registrati. Netto il calo quest’anno, con 9 casi contro i 10 del 2021. L’87% delle vittime sono donne, il 65% straniere.

C’è, ha assicurato Piantedosi, “costante attenzione ad un fenomeno gravissimo che deve suscitare sinergie tra i livelli istituzionali per rafforzare prevenzione e contrasto”. Il numero di omicidi per mano del partner, sottolinea, “è la rappresentazione plastica della logica della sopraffazione, degli atteggiamenti misogini e discriminatori nell’ambito di relazioni affettive”. La grande sfida, aggiunge, “è anche quella di proteggere le vittime, che vanno aiutate nel difficile percorso della denuncia, evitando la vittimizzazione secondaria“. Un’aspetto, quest’ultimo, evidenziato anche dal capo della Polizia: “bisogna – ha spiegato Giannini – essere sempre più accoglienti e mettere a disposizione persone sempre più preparate che facciano capire che non c’è nulla da vergognarsi”.

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