Archiviato. Per raccontare la prima grana con cui potrebbe fare i conti il neo-presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno – eletto nella seduta d’insediamento della nuova legislatura – bisogna partire dalla fine: questa storia non avrà strascichi giudiziari, dopo la decisione della procura di Catania di non dare seguito alle ipotesi di reato che hanno riguardato il 37enne di Fratelli d’Italia, concittadino e pupillo del presidente del Senato Ignazio La Russa, e da oggi il più giovane a guidare il più antico parlamento d’Europa. Va dunque sottolineato che l’indagine su Galvagno è stata archiviata.

L’indagine, prima di finire archiviata – e dunque senza nessun’altra contestazione per il politico – si è protratta fino all’estate, quando Galvagno è stato ascoltato dalla Guardia di finanza. L’accusa, per lui, era di corruzione nell’ambito dell’assegnazione di lavori pubblici. A fare il suo nome è stato Natale Zuccarello, ex capo del Genio civile arrestato un anno fa con l’accusa di essere il collettore di un giro di tangenti pagati dagli imprenditori. Il funzionario ha scelto collaborare con gli inquirenti, con l’obiettivo di arrivare a una pena che potesse evitargli il ritorno in carcere.

Oggi Zuccarello è un pensionato, con una pluridecennale esperienza nei gangli più importanti della pubblica amministrazione siciliana. Ai magistrati ha parlato di un incontro avvenuto, tra febbraio e marzo 2021, nell’abitazione di Galvagno, a Catania. Quel giorno, a casa del politico sarebbe stato presente anche Carmelo Gangi Climenti, imprenditore in passato accusato di essere prestanome di uno zio condannato per concorso esterno. Gangi Climenti è amico di lunga data di Galvagno e, a detta di Zuccarello, gli avrebbe consegnato mentre si trovava a casa del politico una mazzetta da 6500 euro per un lavoro ricevuto dal Genio.

La ricostruzione è stata smentita sia da Galvagno che dall’imprenditore. “Zuccarello – si legge in un verbale d’interrogatorio di luglio – è venuto a casa mia perché in quel periodo dovevo programmare lavori di ristrutturazione nella casa che avevo acquistato da poco. Volevo sapere se i lavori che dovevo fare, come l’abbattimento di pareti interne e piscina al piano superiore, erano compatibili con la legge”. L’esponente del partito di Giorgia Meloni ha confermato la presenza di Gangi Climenti. “Per me è più di un familiare, ci vediamo praticamente tutti i giorni”, ha aggiunto, negando qualsiasi coinvolgimento in vicende corruttive. Sarebbero da inquadrare alla luce del legame affettivo anche le parole spese per chiedere a Zuccarello lumi sulle modalità con cui venivano scelte le imprese. “Nego che abbia mai segnalato le ditte di Gangi Climenti, ho solo sollecitato il rispetto del principio di rotazione”, si è difeso il politico durante un confronto alla presenza del funzionario e dell’imprenditore.

A sentire Zuccarello, però, le cose sarebbero andate diversamente. Il funzionario ha parlato di incontri al bar e di sollecitazioni. “Non c’è stata una forte pressione su una singola impresa, ma una pressione in generale su ditte che non avevano lavorato, tra queste c’era anche Innova”. Quest’ultimo è il consorzio da cui Gangi Climenti ha ottenuto l’incarico di eseguire dei lavori. Precedentemente all’incontro nell’abitazione del neopresidente, Gangi Climenti avrebbe fatto una promessa a Zuccarello. “Mi disse che erano pronti 20mila euro in caso ci fossero stati due affidamenti alle sue aziende”, ha sostenuto il funzionario. Gangi Climenti ha negato di avere mai pagato e di avere beneficiato di endorsement: “La segnalazione me la sono fatta da solo, non avevo bisogno di intercessioni”.

Al netto dell’impossibilità di stabilire chi abbia detto la verità, resta il fatto che Galvagno, per sottoporre le proprie perplessità sulla gestione degli appalti, abbia scelto di parlarne in casa propria, anziché in sede istituzionale. “Come politico – ha spiegato – devo dare risposte ai miei elettori e quindi mi capitava di chiedere (a Zuccarello, ndr) come mai il suo ufficio non faceva opere sul mio territorio di riferimento, a Paternò. In una di queste occasioni ho avuto modo di parlare del fatto che il mio amico Gangi non lavorava mai con il Genio e visto che dovevano utilizzare il principio di rotazione mi sembrava strano”. Leggendo i verbali, il rapporto tra Galvagno e Zuccarello sembra oscillare tra la confidenza e la diffidenza. Il politico ammette di essersi sentito “preso in giro” dalle continue promesse del funzionario di occuparsi della propria città, ma al contempo lo definisce un “amico”. Un’apparente contraddizione che non è passata inosservata a un capitano della finanza, ma che è stata risolta da Galvagno: “Avevamo litigato, non ci eravamo ammazzati”. Il futuro presidente dell’Ars, dopo aver rivelato di aver rifiutato di accogliere nel proprio staff il fratello di Zuccarello, ha confermato una sola cortesia: “L’unica cosa vera è quella della consegna della cesta natalizia con un biglietto personalizzato, cosa che – ha tenuto a precisare – faccio per almeno quaranta persone”.

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