Credit Suisse vola in borsa (+8,7% a New York) dopo le indiscrezioni secondo cui l’Arabia Saudita e Abu Dhabi, attraverso i rispettivi fondi sovrani, starebbero valutando un investimento nell’investment bank e in altre attività del colosso bancario elvetico. Il prossimo 27 ottobre la banca svizzera dovrà presentare il suo nuovo piano strategico, molto atteso dai mercati dopo i recenti timori sulle prospettive della banca e la sua solidità patrimoniale. Visto l’attuale valore dei titoli e la difficile fase dei mercati è improbabile che la banca ricorra ad un nuovo aumento di capitale che risulterebbe molto penalizzante per i soci. Tra le ipotesi allo studio per raccogliere fondi (secondo stime esterne servono tra gli 8 e i 9 miliardi di dollari) c’è la vendita di alcune divisioni dell’investment bank, la parte più problematica del gruppo. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg il responsabile della branca Christian Meissner sarebbe in procinto di lasciare il gruppo. L’annuncio ufficiale è atteso in concomitanza della presentazione del piano, tra dieci giorni.

Oggi Credit Suisse ha accettato di pagare 495 milioni di dollari (507 milioni di euro) per chiudere l’ultimo caso legato alla vendita negli Stati Uniti di prodotti collegati ai mutui immobiliari. L’accusa sostenuta dal procuratore generale del New Jersey, affermava che il gruppo svizzero aveva “indotto in errore gli investitori e aveva dottato comportamenti ingannevoli e fraudolenti in relazione all’offerta e alla vendita di questi prodotti”. L’ufficio del procuratore aveva chiesto il pagamento di più di 3 miliardi di dollari di danni. “Il Credit Suisse è lieto di aver raggiunto un accordo che consente alla banca di risolvere l’unica questione Rmbs rimasta”, ha affermato la banca in una nota. Credit Suisse, il cui valore delle azioni si è più che dimezzato negli ultimi 12 mesi, ha già pagato ingenti somme per chiudere i reclami relativi ai prodotti, incluso un accordo da 5,3 miliardi di dollari con il Dipartimento di Giustizia nel 2017. I guai giudiziari potrebbero però non essere ancora completamente accantonati.

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