“Il profitto? Non prendiamoci in giro, è fondamentale. Ma questo non significa che non possa essere ottenuto in modo etico, con sensibilità e responsabilità sociale. A lungo andare, questo fa la differenza tra un’azienda che semplicemente produce buone auto e una che si preoccupa anche di cosa gli accade intorno”. Il pensiero del direttore di Audi Italia, Fabrizio Longo, è la sintesi dell’impegno che da anni la filiale nazionale dei Quattro Anelli profonde in diverse iniziative, che riguardano in primis la sostenibilità ambientale.

Tra queste la collaborazione con “Care’s -The ethical Chef Days”, il progetto ideato dallo chef Norbert Niederkofler (tre stelle Michelin) per la diffusione della cucina sostenibile, che dura da ben otto anni. “All’inizio ognuno andava un po’ per conto suo, eravamo autoreferenziali, poi con Norbert abbiamo capito di avere codici etici comuni, e che arrivavamo insieme allo stesso obiettivo seppur da direzioni diverse. Andiamo oltre la sostenibilità, la nostra è una vera e propria responsabilità”, spiega Longo.

La responsabilità di ridurre al minimo l’impatto ambientale, a 360°. Non è un caso che il messaggio parta quest’anno da una città come Venezia, dove pur non essendoci auto in circolazione (e qui il paradigma etico va oltre il prodotto) il tema della conservazone degli ecosistemi è particolarmente sentito. E dove Care’s on Tour (che nel 2023 farà tappa a Brunico e Salina) ha acceso i riflettori sul progetto di riqualificazione dell’Isola della Certosa, che da vecchio arsenale militare diventerà un vero e proprio laboratorio a impatto zero, anche nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Si faceva poi cenno ai vari ecosistemi. Da costruttore tradizionalmente impegnato nel progresso tecnologico (non a caso un suo famoso claim è “All’avanguardia della tecnica”), Audi ne propone uno, per così dire, integrato, dove la mobilità si sviluppa intorno ai principi di ambiente, società e governance aziendale. Il che, secondo la spiegazione data dallo stesso costruttore tedesco, significa “innovazione finalizzata allo sviluppo di soluzioni etiche, con un approccio olistico alla produzione sostenibile: dall’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili al riciclo dei materiali a fine vita, per una filiera che mira ad essere carbon neutral, portando così avanti un ciclo virtuoso dell’economia circolare”.

Non solo auto, insomma. E’ tempo di cambiare orientamenti e percezioni, di mettere al centro della ricerca tecnologica il rapporto fra uomo e ambiente. E magari preoccuparsi anche di sicurezza, che a ben vedere diventa un valore sociale. Pure in questo campo, Audi cerca di fare la differenza con la connettività e le tecnologie predittive fino alla guida autonoma, che c’è ed è tangibile come strumento, ma che non può essere utilizzato per i ritardi da parte dei vari governi nella sua regolamentazione giuridica. “In questo caso, più che mai, tecnologia batte legislatori 3-0”, chiosa efficacemente Longo.

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