Un mese di carcere trasformato, con la sospensione condizionale, in una pena pecuniaria di 1.200 euro. Questa è la condanna che il tribunale di Pistoia ha inflitto a don Massimo Biancalani, noto per l’intensa attività a favore dei migranti che ospita in gran numero nei locali parrocchiali, strutture adibite a centro di accoglienza dove sono stati effettuati una serie di controlli. In breve, sono stati segnalati carenze igieniche e topi. Don Biancalani è infuriato: “La tentazione è di non fare ricorso e neppure di pagare, perché la sento come una profonda ingiustizia, da parte delle istituzioni, che invece di aiutarci, ci mettono in difficoltà”.

Vicofaro, Pistoia, giornata di ottobre soleggiata. Don Massimo è con i suoi ragazzi che accoglie in canonica, in media oltre 150. “Scarsa igiene? I topi? Ma questi qui ci sono sempre stati, siamo in campagna. E comunque per tagliarla corta dico a tutti: dateci una mano. Purtroppo dobbiamo fare tutto da soli, non abbiamo contributi dallo Stato, accogliamo e basta. Neppure la chiesa locale ci sostiene. Neppure la Regione. L’ex governatore Enrico Rossi ci aveva promesso un luogo di accoglienza adatto, ma per ora niente. Gli unici aiuti che abbiamo arrivano dalla chiesa di Roma, cioè dal Papa, e da istituzioni religiose, addirittura non cattoliche”.

E il sindaco? “Lui ci manda i controlli. Siamo nel mirino. Tartassati. Controlli su controlli. Mai una mano, un chilo di pasta o un’offerta per far fronte alle tante spese”, polemizza don Massimo. Che non fa sconti a nessuno: né alla sua chiesa e né alla sinistra. Ma chi ce l’ha con lui è soprattutto la destra che ha vinto le elezioni. Il sindaco Alessandro Tomasi è un fedelissimo di Giorgia Meloni: “Lui ha un’immagine pulita e moderata, ma dietro operano assessori e consiglieri che ci hanno preso di mira. Il nostro centro dà fastidio non per i topi ma per la presenza di immigrati. Sono contro l’accoglienza. Salvini, quando era ministro dell’Interno, arrivò a far chiudere il nostro centro”.

Benvenuti nell’Italia di Meloni? “Non credo che ci sia un nesso di causa e effetto. Però per il futuro mi aspetto tempi pesanti con la destra al potere. Chi ha il potere è furbo. All’apparenza si mostra mite, tollerante, ma poi dietro le quinte agiscono gli scagnozzi. Comunque noi ci siamo, non molleremo”. Don Massimo è un prete dai tratti pacifici, mansueti. Ma per il suo centro di accoglienza, definito un ospedale da campo, è capace di combattere strenuamente. La sua battaglia con la destra anti-immigrati – e talora anche razzista – è iniziata nell’estate del 2017 quando don Massimo decise di portare alcuni immigrati in piscina.

La foto fece il giro dei social. Piovvero sul prete pistoiese, fedelissimo di don Milani, insulti e facili sarcasmi. E quella foto diventò la bandiera elettorale di Salvini e della Lega che alle elezioni del 2018 ottenne un grande successo e il segretario del Carroccio divenne ministro dell’Interno. E da lì “bombardò” contro il centro di don Biancalani. Ora Salvini è politicamente in disgrazia e la destra si affida a Meloni e ai Fratelli d’Italia. Don Massimo è di nuovo sul piede di guerra. “Al più presto presenterò una denuncia contro il sindaco Tomasi per abbandono di 4 bambini piccoli ospitati nel centro. Loro guardano i topi, a noi stanno a cuore le persone. Ci aiutino ad accoglierli nel modo più umano possibile. L’accoglienza è compito dello Stato, delle amministrazioni locali e anche della Chiesa. E invece tutti, ma proprio tutti, ci hanno lasciati soli e condannano me alla galera”, conclude don Biancalani.

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