di Giorgio Boratto

Per sapere qualcosa di più sulla fisica quantistica ho letto tempo fa il libro Fisica quantistica per poeti; non che io mi consideri un poeta, ma certo la poesia mi ha sempre affascinato e qualche poesia l’ho scritta… così mi son detto questo libro forse va bene per me. So ad esempio che la fisica quantistica è una materia un po’ ostica tanto che perfino Albert Einstein in un primo momento la rifiutò, dicendo la sua famosa frase in proposito che “Dio non gioca a dadi”.

Vero, tutti pensano che la fisica universale, per cui una mela che cade dall’albero ci arriva in testa, sia l’unica legge plausibile e che Isaac Newton ci ha insegnato. Invece non è così o almeno a dimensioni microscopiche, diciamo subatomiche, succedono cose stranissime e strabilianti. Tutto sembra vada per conto suo per cui onde e particelle non seguono più la legge universale della fisica che conosciamo, ma vige un principio di indeterminazione, di dipendenza temporale e di entanglement che in sostanza significa ‘abbraccio a distanza’ o ‘legamento’ e quest’ultimo comportamento dà vita a nuove applicazioni creando una nuova fisica. È quest’ultima scoperta che ha fatto vincere a tre fisici il premio Nobel.

Quindi fa piacere che il Nobel per la Fisica quest’anno sia dato a tre studiosi, Alain Aspect, John Clauser e Anton Zeilinger (in foto) che sono stati definiti “pionieri dell’informazione quantistica” e per merito loro gli effetti incredibili della meccanica quantistica stanno iniziando a trovare applicazioni come nei computer quantistici e nelle comunicazioni sicure. Già ‘comunicazioni sicure’ tramite il legame tra due particelle che contengono la stessa informazione e che anche a distanza si comportano ugualmente fino a quando una o l’altra vengono intercettate… allora finisce l’effetto entanglement. Una valida misura antihacker.

Pensate, questi studiosi hanno rispettivamente 75, 80 e 77 anni.
Un invito a non parlar mai male dei vecchi.

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