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Ligabue, Stefano Accorsi e Domenico Procacci diffidano la Lega per uno spot elettorale: “Giù le mani da Radiofreccia! È stato usato illegittimamente l’audio del film”

Domenico Procacci, Ligabue e Stefano Accorsi, rispettivamente produttore, autore/regista e attore della pellicola del 1998 hanno formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la Lega per Salvini Premier dall'utilizzo del brano audio con la voce di Accorsi, tratto da “Radiofreccia”

di Andrea Conti

Doccia fredda per la Lega di Salvini. Domenico Procacci, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi, ossia il produttore della Fandango, l’autore/regista e attore del film di successo del 1998 hanno formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, il partito di Matteo Salvini dall’utilizzo del brano audio con la voce di Accorsi, tratto da “Radiofreccia” “illegittimamente” e inserito all’interno di un video elettorale, condiviso su tutti i social media del partito e ripreso dalla stampa. Tutto nasce da uno spot della Lega che riprende la campagna elettorale comparativa del Partito Democratico. L’audio riprende l’audio con le parole minacciose, registrate durante una violenta lite a Frosinone, dell’ex capo di gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri, Albino Ruberti preceduto dal ‘credo laico’ di Stefano Accorsi nel film “Radiofreccia”. “Tratto da una storia vera: rinfreschiamo la memoria al Pd che infanga e insulta. – si legge nel testo di Salvini sui social per lanciare le immagini -. Per giorni ha diffuso falsità su presunte ingerenze russe nella campagna elettorale italiana, ma non ha ancora spiegato perché i suoi dirigenti minacciano di uccidere. C’è chi grida ‘in ginocchio o ti sparo’ e chi vuole l’Italia in piedi e a testa alta. Sempre. Il 25 settembre decideranno gli italiani”.

La clip inizia con una ragazza che al computer mentre ascolta il brano di Accorsi che inizia con “credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards. Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che vuole l’affitto ogni primo del mese…”. Il video è datato 1 giugno 2022 a Frosinone. Poco dopo si sentono le urla e la telecamera inquadra un video con lo scoop del Foglio. Ruberti grida “si deve inginocchiare. Vi ammazzo, ve lo giuro vi ammazzo, vi sparo”. La voce fuori campo del doppiatore professionista dice ‘non hanno pietà’. La scena successiva è un fake del manifesto elettorale del Pd con il primo piano di Enrico Letta su campo rosso ‘In ginocchio o ti sparo’ e su campo azzurro ‘Italia in piedi’ con il simbolo della Lega. A seguire poi una serie di immagini, dove la Lega vuole operare “dopo i disastri del PD”: Viale Mazzini, Mirafiori a Torino, Monte dei Paschi di Siena, Hotel House Porto Recanati e il porto di Lampedusa”. Al termine della clip si legge “La voce di Stefano Accorsi è presa dal film Radiofreccia. Evidentemente non è stata fatta formale richiesta ai detentori dei diritti delle immagini e dell’audio. Le immagini sono diventate subito virali e hanno attirato l’attenzione di chi ha reso celebre la pellicola di Ligabue.

Immediato il comunicato congiunto: “Giù le mani da Radiofreccia! Domenico Procacci per la Soc. Fandango, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi, rispettivamente produttore, autore e attore del film ‘Radiofreccia’, comunicano di avere formalmente diffidato, a mezzo dei loro legali, la ‘Lega per Salvini Premier’ dall’utilizzo di un brano audio con la voce di Stefano Accorsi tratto dal film ‘Radiofrecciaillegittimamente inserito all’interno di un video elettorale attualmente diffuso su tutti i social media e ripreso dalla stampa”. E ancora: “Nella loro diffida i suddetti hanno contestato la gravissima violazione dei loro diritti sul film e la spregiudicata utilizzazione dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio, da cui invece gli stessi radicalmente si dissociano. La Lega ha infatti usato il ‘credo laico’ di Radiofreccia per la propria campagna elettorale, senza chiedere alcuna autorizzazione (che non sarebbe stata concessa), e con grave sprezzo della legge sul diritto d’autore. La diffida contiene l’invito alla immediata rimozione dal video di qualsiasi elemento tratto dal film e riserva ogni più ampia tutela legale, in sede civile e penale”.

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