L’Italia del tennis aspettava questo momento ormai da quattro anni, da quando Matteo Berrettini ha dato prove continue di maturità crescente e Jannik Sinner quelle di essere uno dei migliori tennisti del prossimo futuro. Così adesso, finalmente, la Nazionale scende in campo con ambizioni serie per la vittoria della Coppa Davis. Le occasioni di vedere i big azzurri della racchetta tutti insieme c’erano già state, ma scelte di crescita e sfortune assortite hanno sempre negato questa possibilità. Nel 2019 Sinner, dopo aver vinto la Next Gen a Milano, sceglie di non partecipare perché doveva ancora selezionare bene i momenti in cui sforzare il suo fisico tutto da costruire. Lo scorso anno invece l’altoatesino ha iniziato la sua striscia che lo ha portato ad avere ancora il percorso immacolato in Davis, mentre Berrettini ha dovuto saltare l’appuntamento per lo strappo addominale che l’aveva fermato al Master di Torino pochi giorni prima.

Il trio Berrettini-Sinner-Musetti – Quest’anno il numero 11 e il numero 15 della classifica ATP sono presenti, ma devono ringraziare il numero 30 se l’Italia può giocarsi le sue carte. Nella sfida di qualificazione di Bratislava contro la Slovacchia giocata a marzo, il punteggio era 2-2 e tutto il peso sulle spalle di Lorenzo Musetti, il terzo uomo. Con una prova di classe e intelligenza, Musetti riuscì a recuperare un set a Norbert Gombos portando l’Italia a Bologna, dove a partire da oggi (13 settembre) si disputerà il girone iniziale della fase finale. Il viaggio americano in preparazione di questa Davis per i nostri due big è stato contraddittorio. Berrettini è tornato male dal Covid che lo ha fermato a Wimbledon, perdendo subito al Canadian Open e a Cincinnati. Agli US Open, con una migliore condizione fisica, è stato fermato in maniera brusca nei quarti dal norvegese Casper Ruud, poi finalista. Quarti raggiunti nell’ultimo Slam di stagione anche per Sinner, che però si era comportato meglio nei due tornei precedenti e ha perso a New York una delle partite dell’anno contro lo spagnolo Carlos Alcaraz, vincitore a Flushing Meadows e nuovo numero 1 al mondo.

Bolelli-Fognini, per una squadra completa – Per puntare alla vittoria della Davis, il capitano Filippo Volandri ha chiesto a Simone Bolelli e Fabio Fognini di concentrarsi molto nel doppio in questa stagione, con buoni risultati: vittorie a Rio de Janeiro e al Croatia Open, finali raggiunte a Sydney e allo Swedish Open. Insomma tutto è stato pensato per dare all’Italia una chance di vittoria vera, anche in ricordo dell’unica Coppa Davis vinta e “cantata” dai protagonisti in un bellissimo documentario andato in onda su Sky pochi mesi fa. Perfino il PalaMalaguti, oggi Unipol Arena, dove si giocherà a Bologna, si è rifatto il trucco per questo evento ed è molto probabile che a spingere gli azzurri ci sarà il tutto esaurito, quindi oltre 8mila spettatori.

Gli avversari – Cosa manca? Gli avversari e non sono una passeggiata. Bisogna prima di tutto superare la Croazia di Marin Cilic, anche lui eliminato agli US Open da Alcaraz, e del doppio campione di tutto Mate Pavic-Nikola Mektic. Gli azzurri affronteranno i croati mercoledì 14 a partire dalle 16. Poi venerdì 16 (ore 16) sarà la volta dell’Argentina di Diego Schwartzman, sempre pericoloso e difficile da battere, e di un altro doppio di altissimo livello formato da Horacio Zeballos e Maximo Gonzalez, per poi chiudere domenica 18 con l’avversario forse meno complicato, la Svezia dei giovani fratelli Mikael ed Elias Ymer.

La formula – Passano le prime due squadre e c’è da dare fin da subito un occhio agli accoppiamenti della fase finale di Malaga che si disputerà dal 22 al 27 settembre. Se l’Italia vince il suo girone prende la seconda del girone D, composto da USA (senza il semifinalista degli US Open, Frances Tiafoe), Gran Bretagna, Kazakistan e Paesi Bassi; se arriva seconda prende la prima del girone B dove si daranno battaglia Spagna, Canada, Serbia e Corea del Sud. Non ci sarà Rafa Nadal, ma affrontare subito la Spagna di Alacaraz a Malaga non è il massimo. Con ogni probabilità ci saranno altre occasioni di arrivare in fondo in futuro, ma in questa Coppa Davis – preparata bene e senza Novak Djokovic, Nick Kyrgios e con Alexander Zverev al rientro dopo l’infortunio alla caviglia – si può guardare da vicino l’insalatiera. L’Italia non la tocca da 46 anni. Sarebbe anche il momento di farlo.

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