La grande crisi dell’energia si abbatte sulle cartiere. Il Veneto, con la sua concentrazione di aziende, è un indicatore assolutamente preoccupante, da Treviso, al Polesine, per finire a Grafica Veneta, in provincia di Padova. Bruno Zago, presidente del gruppo trevigiano Pro-Gest, un fatturato annuo di 950 milioni di euro, 1.400 dipendenti sparsi in 28 stabilimenti, tra cui sette cartiere, due delle quali in Veneto con 500 lavoratori, annuncia: “Il 29 agosto riapriremo dopo quasi un mese di ferie, obbligate anche dai rincari”. Meglio tenere ferma la produzione, altrimenti l’attività si fa in perdita. Il mese di luglio è stato orribile, da un punto di vista economico. “Nel luglio 2021 avevamo speso per il gas una quindicina di milioni, il mese scorso siamo arrivati a 50 milioni. In settembre temo si possa salire a 60-70 milioni. Se i clienti non ci riconoscono un aumento dei prezzi del 30 per cento in due mesi non converrà nemmeno stare aperti, il gas mi costerebbe più di quello che incasso e devo metterci sopra anche la manodopera, i trasporti, le materie prime”.

Pro-Gest è uno dei gruppi italiani più importanti e l’allarme lo aveva già lanciato nei primi mesi dell’anno, quando si profilavano gli aumenti, anche perché la voce energia incide per il 30 per cento sui costi. A marzo l’attività in sei cartiere era stata bloccata temporaneamente. Nicola Atalmi, segretario regionale di settore della Cgil, ha spiegato in una nota: “Il Veneto è una delle regioni più importanti per il settore, con oltre 27.000 addetti e con alcune delle aziende leader a livello nazionale. Il prezzo del gas è passato da 30 euro/Mwh a 120 euro/Mwh. A settembre si prevede possa superare i 200 euro/Mwh. Per questo si annunciano fermi produttivi, mentre l’aumento dei costi energetici falcidierà l’Ebitda (margine lordo, indicatore di redditività) cui è legata gran parte della contrattazione aziendale e dei premi di risultato, tagliando nettamente la retribuzione dei dipendenti”.

Secondo Zago i costi sono già abbondantemente oltre quelle cifre. “Per ora non abbiamo in programma cassa integrazione, spererei di farne a meno, ma siamo in piena emergenza e navighiamo a vista: i costi del gas sono intorno ai 270 euro al Mwh quando per lavorare in pareggio dovrebbero essere sui 100 come a giugno”. Revisione dei listini (aumenti del 20 per cento a settembre, un altro 10 per cento a ottobre) e interventi del governo, queste le richieste, che cadono però in un periodo di transizione elettorale.

Altro caso sono le Cartiere del Polesine di Cavanella Po-Adria e Loreo dove la bolletta di luglio è arrivata alla cifra monstre di 9 milioni di euro, il quadruplo dello stesso mese del 2021. Nel semestre la spesa è stata di 44 milioni, contro gli 11 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. E così a luglio è stata fermata una linea su quattro, mentre tutta la produzione si è bloccata in agosto, anche in coincidenza con le ferie, con l’escamotage di un anticipo della manutenzione annuale. Il presidente del consiglio di amministrazione, Luciano Scantamburlo, spiega: “È una situazione complicata, ma sono fiducioso che si possa trovare una soluzione. Abbiamo interessato Confindustria, è un problema che non riguarda solo noi, ma tutte le aziende energivore. I costi del gas sono esorbitanti, impossibili da sostenere”. L’intenzione è comunque di riaprire a settembre. “Magari con una settimana di ritardo rispetto ai tempi canonici, ma lo faremo. Magari metteremo in funzione solo una o due macchine”.

Una ricaduta della crisi si ha anche a Trebaseleghe, in provincia di Padova, dove si trova Grafica Veneta, stampatore che ha anche un’azienda negli Stati Uniti. I costi dell’energia sono cresciuti in un anno da 1,2 a 14 milioni di euro, il che ha costretto il presidente Fabio Franceschi a congelare il progetto di raddoppiare lo stabilimento, che prevedeva un investimento compreso tra i 120 e i 140 milioni di euro, con 400 nuove assunzioni. “Fortunatamente abbiamo 100mila metri quadrati di pannelli fotovoltaici sul tetto dello stabilimento di Trebaseleghe, altrimenti saremmo andati incontro a cifre folli. – dichiara Franceschi – Ma l’impianto fotovoltaico non basta: col solare copro 1350 ore di produzione, a fronte di una esigenza complessiva di circa 7600 ore”. Grafica Veneta si consola negli Usa dove nel 2021 ha acquisito la quota di maggioranza di Lake Book Manufacturing, leader nel mercato americano. “Laggiù il costo del gas e dell’elettricità pesa circa l’1 per cento sul totale del fatturato che quest’anno sarà intorno ai 120 milioni, mentre in Italia l’energia pesa per il 10 per cento su un fatturato di 120 milioni di euro”.

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