Che il Covid possa lasciare “segni” anche sul cervello oramai è noto. Anche uno studio italiano, pubblicato un anno fa, ha mostrato come una volta risolta la fase acuta gli ‘strascichi’ siano invece principalmente neurologici. Ora uno studio condotto da ricercatori di Oxford, pubblicato su Lancet Psychiatry, dimostra che in alcuni pazienti i sintomi neurologici e psichiatrici di Covid-19 possono protrarsi per oltre due anni dopo la guarigione.

“Sin dalle prime fasi della pandemia, è noto che Covid-19 è associato ad un aumentato rischio di molte sequele neurologiche e psichiatriche – scrivono i ricercatori – Tuttavia, a più di 2 anni dalla diagnosi del primo caso, tre importanti domande rimangono senza risposta: innanzitutto, non sappiamo se o quando i rischi di diversi esiti post-Covid-19 tornino al valore di base; in secondo luogo, il profilo di rischio nelle diverse fasce di età; terzo, se i profili di rischio sono cambiati o meno con l’emergere di diverse varianti”.

A queste domande hanno cercato di rispondere i ricercatori analizzando i dati di 1,25 milioni di pazienti. Dallo studio è emerso che, tra gli adulti, 640 persone ogni 10mila aveva ancora ‘nebbia cerebrale‘ dopo due anni dalla guarigione da Covid. Il rischio era però più che doppio dopo i 65 anni: in tal caso soffrivano di ‘nebbia cerebrale’ post-Covid 1.540 adulti ogni 10mila, di demenza 450 ogni 10mila, di disturbo psicotico 85. Questi effetti a lungo termine – fanno presenti i ricercatori – non erano assenti nelle infezioni respiratorie gravi dell’epoca pre-pandemia, tuttavia con Covid i tassi risultano più alti.

I problemi neurologici e psichiatrici da long-Covid sono risultati molto più rari nei bambini, ma non assenti: 260 su 10mila soffrivano ancora di convulsioni (il doppio rispetto al gruppo di controllo), 18 di disturbi psicotici (rispetto a 6 del gruppo d controllo). Tra le varianti, lo studio conferma che Delta è stata più severa per quasi tutti i sintomi a lungo termine rispetto ad Alfa. Tuttavia, sotto questo aspetto, Omicron sembra presentare le stesse caratteristiche di Delta nonostante le sue caratteristiche cliniche più lievi.

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