C’è il primo Italiano indagato per essere andato a combattere in Ucraina con la resistenza. È un genovese di 19 anni, Kevin Chiappalone, simpatizzante del movimento di estrema destra CasaPound. Il sostituto procuratore Marco Zocco della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo genovese lo accusa di essere un mercenario arruolato nella Brigata internazionale ucraina e rischia una condanna da due a sette anni. L’indagine della Digos era partita dopo le dichiarazioni del giovane al settimanale Panorama in cui annunciava di volere partire per difendere l’Ucraina dopo avere sentito Putin che parlava di “denazificare il Paese”.

Secondo quanto appreso, il ragazzo, senza alcuna esperienza in ambito militare o nell’uso delle armi (se non la passione per il softfair), è partito a maggio, entrando nel Paese forse attraverso il confine polacco. Dopo una fase di addestramento, come mostrano anche alcune foto sui social, ora potrebbe trovarsi in Donbass. Al momento il giovane è l’unico indagato ma gli investigatori stanno cercando di capire se vi siano altri mercenari e se vi sia una rete di reclutatori. La Digos ha interrogato diverse persone di CasaPound. Da quanto emerso, il giovane ha fatto tutto da solo tramite internet, arrivando in volo in Polonia e da lì in pullman ha raggiuto il fronte. A Genova era stata avviata un’inchiesta su un giro di mercenari filorussi, partiti dopo il conflitto del 2014.

“Triste, arrabbiato ma felice”. Su Facebook Chiappalone si definisce così. Le ultime tracce risalgono all’1 agosto: in quella data aveva pubblicato una foto su Instagram in cui mostrava il dito medio al fotografo, quasi certamente un altro giovane combattente nella Brigata internazionale Ucraina. Imbracciava una mitragliatrice leggera, indossava un elmetto e aveva il volto nascosto da un paio di occhiali scuri e da un passamontagna. Nello scatto è nascosto in un bosco e osserva con i binocoli un punto all’orizzonte. Il 6 giugno aveva pubblicato una foto dove teneva in braccio un cucciolo di pastore tedesco citando Charles M. Schulz, l’autore di Linus: “La felicità è un cucciolo caldo”. Sotto il post tuttavia, a un amico che gli chiedeva come stava ha risposto: “L’altro ieri ho perso un amico”. E ancora, in un altra è con due amici, con abiti militari, a volto scoperto e sorridente a Cracovia in Polonia il 29 aprile, pochi giorni prima che i volontari (con lui c’è un ragazzo spagnolo) varcassero il confine con l’Ucraina. Sempre dai social emerge la passione del ragazzo per le partite di softair (sport di squadra basato sulla simulazione di azioni militari) e la sua militanza in Casapound con la partecipazione a manifestazioni neofasciste.

Tra questi figura Andrea Palmieri, “il generalissimo”: per l’Italia è un latitante che deve scontare 5 anni per aver fatto da reclutatore. Ex capo ultrà dei Bulldog della Lucchese, estremista di destra, è in Donbass. Altri veterani del Donbass sono Massimiliano Cavalleri detto ‘Spartaco’, e Gabriele Carugati, soprannominato ‘Arcangelo’, un ex addetto alla sicurezza di un centro commerciale in Lombardia figlio di Silvana Marin, ex dirigente della Lega a Cairate. Dovrebbero essere ancora lì a combattere al fianco dei russi. A fine marzo era stato ucciso l’ultrà del Venezia Edy Ongaro, dal 2015 tra le fila dei separatisti filorussi. Tra i filo ucraini invece c’è Giuseppe Donini, 52enne di Ravenna che era con il battaglione Azov. Con lui c’era Valter Nebiolo, che invece è rientrato in Italia. Nei conti degli italiani rientra anche Volodymyr Borovyk, che dal 2004 vive a Roma dove lavora in un Caf. Il trentottenne, moglie e tre figli piccoli nati nella capitale, è tornato nel suo paese, a Chernivtsi, e si è arruolato nella difesa territoriale. A fine aprile era tornato in Italia Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore di 29 anni andato a combattere nelle brigate internazionali, a fianco dell’esercito di Kiev.

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