Diciamoci la verità, una stampa così non dispiacerebbe nemmeno a Vladimir Putin. Attacchi un territorio che è una specie di prigione a cielo aperto, uccidi 44 persone, tra cui 15 bambini, e ne ferisci altre 350, ma quello di cui si parla è la reazione dell’aggredito, il diritto dell’aggressore di difendersi e il successo ottenuti nel blitz. È quello che si è visto e letto negli ultimi tre giorni sui principali giornali italiani (e sui corrispondenti siti) in merito ai bombardamenti avviati da Israele sulla striscia di Gaza. Incursioni che non sono frutto di una provocazione ma che Israele ha definito “preventivi”, tesi ad eliminare soggetti del gruppo della Jihad che Tel Aviv ritiene essere pericolosi. L’operazione avviene però in un’area ad altissima densità abitativa, dove vittime collaterali e innocenti sono certamente da mettere in conto. Tant’è che persino l’intelligence israeliana ha espresso perplessità sull’opportunità dei bombardamenti. Dopo i primi bombardamenti gli attaccati reagiscono e iniziano a lanciare razzi verso Israele che, per fortuna, non hanno fatto alcuna vittima. Perché sono razzi tecnologicamente obsoleti che vengono facilmente intercettati dal sistema antimissilistico di Israele. Un centinaio non hanno neppure varcato il confine della Striscia, di quelli che ci sono riusciti il 97% è stato distrutto in volo.
Questo, in estrema sintesi, quanto accaduto negli ultimi tre giorni. Vediamo come la vicenda è stata raccontata dai più importanti giornali italiani. I bombardamenti su Gaza iniziano venerdì scorso e da subito le vittime sono una decina, tra cui una bimba di 5 anni. Sabato sulla prima pagina del Corriere della Sera si legge “Alta tensione a Gaza. Ucciso un capo della Jihad“. Nell’articolo interno, il quotidiano di Urbano Cairo diretto da Luciano Fontana, titola “Raid israeliano sulla striscia, ucciso un capo della Jihad”. Passiamo a Repubblica, quotidiano che fa capo alla famiglia Agnelli-Elkann diretto da Maurizio Molinari. “Gaza raid d’ Israele, ucciso un leader della Jihad islamica”, si legge in prima. Più avanti, a pagina 17, “Israele attacca Gaza: dieci morti ucciso un leader della jihad islamica”. La Stampa, sempre degli Agnelli, non mette la notizia in prima pagina e all’interno titola con un vago: “Israele, si riaccende il conflitto“. Su Il Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone il titolo è “Bombe su Gaza, ucciso il capo della Jihad”.
Dopo gli attacchi israeliani del venerdì la Jihad islamica inizia a lanciare razzi verso il territorio di Israele. Lanci che si intensificano nelle ore seguenti senza causare fortunatamente nessuna vittima. Nel frattempo Israele continua a colpire Gaza e le vittime salgono a 24 tra cui 6 bambini. A questo punto però per i giornali è facile ribaltare la frittata. “Pioggia di razzi. La Jihad spara su Israele”, scrive Repubblica che riporta anche la tesi dell’esercito israeliano secondo cui i morti a Gaza sono causati dai missili della resistenza palestinese. Non è la prima volta peraltro che le forze armate israeliane utilizzano questa tecnica per sviare le accuse, come dimostra di recente il caso dell’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh. La Stampa è sulla stessa linea della “sorella” Repubblica: “Pioggia di razzi da Gaza. Arrestati 15 miliziani” e alla cronaca affianca un’analisi dal titolo “La guerra a Gaza che Hamas e Jihad possono fermare“. Il Corriere della Sera toglie la notizia dalla prima e all’interno titola “Raid su Gaza, sirene a Tel Aviv”. Nessun cenno in prima pagina neanche su il Messaggero che poi scrive “Israele, l’attacco per prevenire attentati. E la Juve rinuncia a giocare a Tel Aviv”. La cancellazione del match fa più notizia delle 24 vittime palestinesi.
Ieri i bombardamenti su Gaza sono continuati, i morti saliti a 44 tra cui 15 bambini. In serata Israele e Jihad siglano una tregua. Il Messaggero non dice nulla. Per il Corriere trafiletto a pagina 12 “Gaza, Jihad decimata. C’è l’annuncio della tregua”. E poi Repubblica: “Ancora missili da Gaza ma c’è l’accordo per la tregua”. La Stampa gioca sull’ambiguità del numeri “Mille razzi e quaranta vittime (che non sono causate dai razzi, ndr), dopo due giorni c’è la tregua”. Del resto la chiave per la lettura degli eventi in Medioriente l’ha fornita in queste ore direttamente il ministero degli Esteri che in una “vigorosa” nota scrive: “La Farnesina segue con grande preoccupazione l’escalation a Gaza e le notizie di vittime tra la popolazione palestinese. L’Italia condanna con fermezza il lancio di razzi verso il territorio israeliano e ribadisce il diritto di Israele di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Si invitano le parti a esercitare moderazione per evitare un’espansione delle ostilità che causerebbe altre vittime e sofferenze ai civili”.
È naturalmente possibile che siamo noi a non capire la saggezza della linea del ministero e delle corazzate dell’informazione italiana. Così, per avere un qualche riscontro, siamo andati a vedere cosa scrivono alcuni dei principali quotidiani internazionali. Oggi il New York Times: “Tregua di tre giorni dopo che gli attacchi di Israele hanno causato decine di morti senza ottenere risultati strategici significativi”. Il Washington Post: “Tregua dopo 43 morti nel week end. Condizioni a Gaza catastrofiche“. Il francese Le Monde: “45 palestinesi uccisi nell’operazione di Israele”, il britannico The Times: “Israele e Jihad concordano una tregua dopo tre giorni di scontri in cui sono rimasti uccisi più di 40 abitanti di Gaza tra cui 15 bambini”. Lo spagnolo El Pais: “Israele e Jihad siglano la tregua. Gli attacchi hanno provocato 41 morti, tra cui 15 bambini”. Curiosamente il titolo più simile a quelli italiani è dalla Pravda: “Israele colpisce Gaza e uccide un comandante della jihad”. Il quotidiano di Mosca correda però la notizia con una grafica che mostra il progressivo e drammatico restringimento dei territori palestinesi dal secondo dopoguerra ad oggi.