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Usa, Donald Trump ritorna all’attacco: “Ho corso due volte, ho vinto due volte, e potremmo rifarlo”

Dal palco della conferenza dei conservatori del Cpac, il tycoon - la cui posizione è al vaglio della commissione d'inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 - cavalca per due ore i suoi cavalli di battaglia e di fake news
Usa, Donald Trump ritorna all’attacco: “Ho corso due volte, ho vinto due volte, e potremmo rifarlo”
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“Ho corso due volte, ho vinto due volte, e potremmo rifarlo”. L’ex presidente Usa Donald Trump, che le elezioni presidenziali in realtà le ha perse alla sua seconda candidatura, torna a suggerire un suo possibile rientro in campo nel 2024. Dal palco della conferenza dei conservatori del Cpac, il tycoon – la cui posizione è al vaglio della commissione d’inchiesta sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 – cavalca per due ore i suoi cavalli di battaglia e di fake news: dalle elezioni “rubate”, all’America in declino invasa dai migranti, passando per la sua “offerta rifiutata” di inviare la Guardia Nazionale il 6 gennaio e le costanti persecuzioni cui è sottoposto per farlo tacere. Poi lancia un nuova idea, abolire il Dipartimento dell’istruzione.

Dopo aver conquistato lo straw poll (il sondaggio informale) del Cpac con il 69% delle preferenze seguito a distanza con il 24% dal governatore della Florida Ron DeSantis, l’ex presidente appare sicuro e agguerrito come al solito. Attacca la Speaker della Camera Nancy Pelosi per il viaggio a Taiwan: “è una donna che porta caos”. Se la prende con il leader dei repubblicani in Senato Mitch McConnell, il “politico più odiato d’America”. Critica a tutto campo Joe Biden e le sue politiche, soprattutto quelle economiche con le quali gli Stati Uniti rischiano di passare da una recessione a una depressione. “Siamo un paese del terzo mondo in molti sensi”.

“Il ritorno dell’America inizia a novembre (quando sono previste le elezioni Midterm, ndr), e continuerà nel 2024. Continueremo a batterci e ci riprenderemo il Paese”, aggiunge Trump fra gli applausi attaccando la commissione sul 6 gennaio e l’establishment che, con le loro indagini in corso, vogliono “farmi del male perché così non posso più rappresentarvi. Se restassi in silenzio gli attacchi contro di me si fermerebbe subito, ma non posso farlo perché amo questo paese”. “Non faccio questo per me ma per voi. Per me è un onore farlo perché se non lo faccio rischiamo di diventare una nuova versione del Venezuela, dell’Unione Sovietica o di Cuba”.

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