È indagato per “offesa a confessione religiosa” il prete che ha celebrato la messa nel mare di Crotone. Un materassino usato come altare, la spiaggia di Capo Colonna al posto della chiesa e una ventina di ragazzi come partecipanti: così don Mattia Bernasconi, 36 anni, viceparroco di San Luigi Gonzaga (Milano), ha tenuto la funzione religiosa domenica 24 luglio. Ora Bernasconi ha pubblicato una lettera di scuse sul sito della parrocchia .

“Faceva molto caldo e così ci siamo detti: perché non fare la messa in acqua?” ha spiegato Bernasconi. Ai ragazzi della parrocchia San Luigi Gonzaga che con lui sono partiti da Milano, l’idea è piaciuta: “È stato bellissimo, anche se ci siamo scottati”. Il parroco si trovava in Calabria insieme ai giovani per un campo di volontariato con Libera, l’associazione che gestisce i terreni confiscati alle cosche locali. Domenica era l’ultimo giorno prima di ripartire alla volta di Milano e vista l’alta temperatura e la mancanza di zone d’ombra, hanno deciso di celebrare il rito nelle acque del mar Ionio. Il video di Bernasconi ha fatto il giro dei social e gli è costato prima un richiamo da parte della Curia milanese che lo ha ripreso al rispetto della simbologia e del decoro eucaristici, poi l’iscrizione nel registro degli indagati della procura di Crotone. Secondo quanto appreso all’interno degli ambienti giudiziari, l’iniziativa è nata da parte del procuratore Giuseppe Capoccia in seguito all’esame degli articoli e delle foto diffuse soprattutto sui social. Per la procura la messa che, seppur con qualche difficoltà operativa, è stata officiata regolarmente in ogni sua parte, ha arrecato offesa alla religione cattolica.

Ora quindi Bernasconi chiede perdono in una lettera pubblicata sul sito della parrocchia: “Chiedo scusa anche per la confusione generata dalla diffusione mediatica della notizia e delle immagini. Non era assolutamente mia intenzione che avesse tale risalto” ha scritto. Inizialmente la messa non era prevista in acqua, ma nella pineta vicino alla spiaggia: “Non ci è stato possibile entrare per via di una manifestazione organizzata da un’altra associazione” spiega. Visto che non c’erano zone d’ombra e la sabbia era rovente non hanno “trovato altre zone idonee alla celebrazione” per cui gli è “sembrato significativo, nel contesto del campo appena vissuto, farla immersi nella ‘terra’ che ci ha accolti”. Quando poi una famiglia nei paraggi li ha sentiti “ci ha offerto il suo materassino come altare e io ho deciso di accettare”. Rendendosi conto di quello che è stato reputato uno sbaglio, ha dichiarato: “Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l’eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo” ma “i simboli sono forti e parlano, a volte anche in maniera diversa da come vorremmo. É stato ingenuo da parte mia non dare loro il giusto peso”. “Spero che possiate comprendere le mie intenzioni, macchiate da troppa ingenuità e superficialità” ha concluso.

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