Martedì 14 giugno siamo stati all’inaugurazione dei nuovi uffici milanesi di VMware, una delle aziende leader nello sviluppo di software per macchine virtuali, nuova sede, quella di via Melchiorre Gioia, realizzata all’insegna dell’innovazione e della sostentibilità. L’inaugurazione è stata in realtà solo formale visto che gli uffici sono già attivi da settimane riscontrando, tra l’altro, dei feedback più che positivi da parte dei dipendenti.

“La sostenibilità non è mettere qualche pianta qua e là, ma è attenzione nel creare un ambiente stimolante con la giusta scelta di materiali, di luci, di dettagli.” L’architetto Antonio Borghi di Bdf Studio, che ha seguito il progetto insieme ad AMA (AlberaMonti e associati) comincia così il suo resoconto di come si è arrivati a concepire tutti gli spazi della sede milanese del colosso. VMWare segue infatti, per la progettazione degli uffici, delle linee guida a livello globale, sulle quali poi però gli architetti possono sbizzarrirsi ed esprimere loro stessi, e a Milano è stata una missione decisamente compiuta.

Un occhio alla sostenibilità che si esprime anche nella posizione stessa della sede, proprio di fronte al palazzo della regione, a pochi passi dalla metropolitana, per permettere ai collaboratori di raggiungerla con i mezzi pubblici. Stiamo d’altronde parlando di un’azienda che non solo ha piantato 500 alberi a Milano all’interno dell’operazione ForestaMI, ma che punta a ridurre intensamente le sue emissioni entro il 2030, è plastic free da 3 anni e ha riciclato completamente il mobilio dei vecchi uffici donandolo alle ONG.

Raffaele Gigantino, Country Manager di Vmware Italia, ci accompagna nella vision dell’azienda: ogni risorsa ha firmato, accanto al CCNL, un contratto di smart working che viene anche direttamente proposto ai nuovi entrati e che permette a chiunque di lavorare quando e da dove vuole. Non esistono infatti orari fissi e presenza obbligatoria in azienda, ma si lavora per obiettivi conciliando l’equilibrio tra vita privata ed esigenze di business.

Un investimento a sei zeri non solo atto a offrire un ambiente di lavoro appagante, ma anche ad attrarre i giovani talenti appena usciti dalle università che, soprattutto dopo la pandemia, hanno una visione completamente diversa del mondo del lavoro: equilibrio con la vita privata, ecologia e socialità sono ormai diventati dei punti cardine al pari della retribuzione e VMware è attenta a fornirgli ciò di cui hanno bisogno.

Divani, poltrone attrezzate, scrivanie elettriche, salottini panoramici e postazioni con doppio schermo 24” prenotabili via app dominano la collaboration zone, che occupa il 70% dei 1000 mq dei nuovi uffici milanesi, un hub nel quale, come dice il nome, si collabora, ci si confronta e si lavora all’insegna della socialità. Il team di progettazione non si è però dimenticato non solo della privacy che necessitano determinate attività come le riunioni con i partners, ma anche dei collaboratori che hanno bisogno di momenti di pura concentrazione. Per tutto questo c’è il restante 30% dello spazio dedicato al “focus work”: sale riunioni attrezzate di tutto punto e persino delle vere e proprie cabine mono persona insonorizzate, le phone booth.

Un connubio di sostenibilità e tecnologia che continuerà sicuramente ad attrarre nuovi talenti, dimostrando che non si deve investire solo sulle infrastrutture, ma anche e soprattutto sul capitale umano.

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