“Ho provato centinaia di volte a contattare Corinna, posso capire la situazione iniziale ma poi da loro abbiamo sentito solo bugie“. Sono passati anni, ma Will Weber ancora non ha perdonato la moglie di Michael Schumacher per come è stato trattato dopo quel gravissimo incidente sugli sci . Lo storico manager del campione di F1 tedesco si è sfogato in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport in occasione dell’uscita del suo libro “Benzina nel sangue-Michael Schumacher, il cavallo vincente”, nel quale ha raccontato appunto il suo forte legame con l’ex pilota della Ferrari. “Per Michael ho fatto di tutto e ho sempre protetto la sua vita privata. Non mi aspettavo un comportamento simile da lei, sono ancora arrabbiato per come ha chiuso i rapporti con me”, spiega Weber.

Il manager denuncia il comportamento di Corinna Betsch nei suoi confronti dopo l’incidente del marito: “Quel giorno ero a un evento e mi squilla il cellulare. Un amico mi dice che Michael ha avuto un incidente sugli sci ma non sembra così grave. Poi mi dicono che lo stanno portando in ospedale a Grenoble, chiamo la moglie e non risponde, chiamo Jean Todt per chiedergli se è il caso che io vada in ospedale. Lui mi dice di aspettare, è troppo presto, è troppo presto mi ripete”. Il manager tedesco, che fin dalle categorie giovanili ha lavorato con Schumacher, racconta di essersi sentito escluso: “Richiamo il giorno dopo e nessuno mi risponde. Allora faccio passare qualche giorno per non disturbare ma ho cominciato a capire che volevano tenermi fuori dalla questione. È stato un dolore enorme per me”.

La vita di Weber è cambiata proprio il giorno in cui ha conosciuto Schumacher: “Ero a Salisburgo – racconta – quel giorno c’era la gara di Formula Ford e vidi questo pilota. Fu uno shock. Non avevo mai visto nessuno maneggiare un’auto in quel modo”. Per Weber fu amore a prima vista: “Di solito i piloti si fanno portare dalla macchina al massimo della velocità, Michael guidava la macchina! La conduceva lui. Pensai: ho bisogno di questo ragazzo. Nelle mie fantasie era come aver visto un principe, l’eroe di un’opera di Wagner”. Poi il manager svela la reazione di Schumacher quando riuscì a ingaggiarlo: “Ha cominciato a urlare di gioia, non ci credeva e ripeteva ‘Oh Gesù, oh Gesù!’. Lì è nato un rapporto indissolubile”. Weber si rivolge ancora alla famiglia e a Jean Todt: “Sono passati nove anni dall’incidente, forse dovrebbero dire le cose come stanno”.

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