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Caos comunali di Palermo, trovati biglietti dello stadio intestati ad alcuni presidenti di seggio: indaga la Digos

L’esame dei biglietti della partita di calcio Palermo-Padova, ha confermato che una decina di tagliandi, tutti nominativi, sono intestati ad alcuni dei presidenti e degli scrutatori rinunciatari che non si sono presentati al seggio. La Procura attende l’informativa della Digos per formalizzare l'iscrizione nel registro degli indagati con le ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio e violazione della legge elettorale
Caos comunali di Palermo, trovati biglietti dello stadio intestati ad alcuni presidenti di seggio: indaga la Digos
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In 174, tra presidenti di seggio e scrutatori, nelle ultime elezioni comunali di Palermo hanno rinunciato all’incarico dando forfait all’ultimo minuto. Un circostanza che ha determinato lo slittamento del voto di ore, in decine di sezioni. Oggi però si aggrava la posizione per una decina di loro. A incastrarli, infatti, ci sarebbero i biglietti dello stadio. Il sospetto che dietro, almeno ad alcune delle rinunce, ci fosse stata la partita per la promozione in serie B – che il Palermo ha giocato in casa (e vinto) la sera delle elezioni e che avrebbe indotto alcuni a disertare i seggi e accorrere al Barbera – era nell’aria già nelle ore immediatamente successive al caos nei seggi elettorali. Adesso è arrivata la prova che gli investigatori cercavano e che potrebbe, nelle prossime ore, portare all’iscrizione dei primi nomi nel registro degli indagati.

L’esame dei biglietti della partita di calcio Palermo-Padova, ha confermato che una decina di tagliandi, tutti nominativi, sono intestati ad alcuni dei presidenti e degli scrutatori rinunciatari che non si sono presentati al seggio. La Procura attende l’informativa della Digos per formalizzare l’iscrizione nel registro degli indagati con le ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio e violazione della legge elettorale. La Digos sta esaminando tutta la documentazione presentata a giustificazione delle rinunce e ha interrogato alcuni dei sospettati. Nel mirino degli inquirenti sono finiti non solo presidenti e scrutatori nominati in prima battuta ma anche coloro che, a seguito della loro rinuncia, avrebbero dovuto sostituirli e, invece, hanno dato forfait. Una inchiesta complicata che deve valutare la fondatezza delle motivazioni addotte dai rinunciatari e anche i tempi nei quali l’impossibilità a presentarsi ai seggi è stata comunicata.

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