Disperate richieste d’aiuto al Vaticano da parte degli ebrei. Sono migliaia di carte d’archivio che, per esplicita volontà di papa Francesco, sono state pubblicate sul sito internet dell’Archivio Storico della Segreteria di Stato – Sezione per i Rapporti con gli Stati. Si tratta della serie documentaria, relativa al pontificato di Pio XII – aperto alla consultazione dal 2 marzo 2020 -, denominata “Ebrei“, essendo destinata a conservare le istanze di aiuto rivolte al Papa da ebrei di tutta Europa, dopo l’inizio delle persecuzioni nazi-fasciste.

La serie archivistica è costituita in totale da 170 volumi, equivalenti in digitale a quasi 40.000 file. In un primo momento – comunica la Santa Sede – sarà disponibile il 70% del materiale complessivo, che sarà in seguito integrato con gli ultimi volumi in corso di lavorazione. “L’allora Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari (da cui prende il nome il Fondo archivistico), equivalente ad un ministero degli affari esteri, incaricò un minutante diplomatico (mons. Angelo Dell’Acqua) di occuparsi delle richieste di soccorso che pervenivano al Papa da tutta Europa, con l’obiettivo di fornire ogni aiuto possibile”, scrive sull’Osservatore Romano il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.

“Le istanze – ricorda – potevano essere rivolte ad ottenere visti o passaporti per espatriare, rifugio, ricongiungimenti con un familiare, liberazione dalla detenzione, trasferimenti da un campo di concentramento ad un altro, notizie su una persona deportata, forniture di cibo o indumenti, sostegno economico, supporto spirituale e altro ancora. Ognuna di queste istanze veniva a costituire una pratica che, una volta evasa, fu destinata alla conservazione in una serie documentaria denominata Ebrei– spiega Gallagher -. Si tratta di oltre 2.700 pratiche, che contengono richieste di aiuto quasi sempre destinato a intere famiglie o a gruppi di persone”. Da chi arrivavano le richieste? “Migliaia di perseguitati per la loro appartenenza alla religione ebraica, o per una mera discendenza ‘non ariana‘, si rivolgevano al Vaticano sapendo che altri avevano ricevuto soccorso – prosegue -. Le richieste arrivavano in Segretaria di Stato, dove si attivavano i canali diplomatici per cercare di fornire ogni aiuto possibile, tenendo conto della complessità della situazione politica su scala mondiale”. Dopo l’apertura alla consultazione del pontificato di Pio XII nel 2020, questo particolare elenco di nominativi è stato chiamato “lista di Pacelli“, ispirandosi alla ben nota “Schindler’s list“.

“Benché i due casi siano differenti – sottolinea Gallagher -, l’analogia rende perfettamente l’idea di come, fra i corridoi dell’istituzione al servizio del pontefice, ci si adoperasse senza sosta per fornire agli ebrei un aiuto concreto“. Da questo mese, la serie Ebrei sarà consultabile su internet in versione virtuale, accessibile a tutti. E oltre alla fotoriproduzione di ogni documento, sarà reso disponibile un file con l’inventario analitico della serie, in cui sono stati trascritti tutti i nominativi dei destinatari d’aiuto rilevati nei documenti.

Intanto, nell’udienza di ieri mattina a una delegazione del Simon Wiesenthal Center (Swc), a papa Francesco è stato donato il facsimile di un rapporto originale scritto e firmato da Adolf Hitler in cui sosteneva apertamente la distruzione del popolo ebraico da parte di “un governo di forza nazionale”. “Siamo venuti qui oggi per presentare agli Archivi Vaticani uno dei documenti più significativi della storia dell’umanità; una copia di una lettera originale, dattiloscritta e firmata da Hitler il 16 settembre 1919, in cui tracciava apertamente la necessità della rimozione definitiva del popolo ebraico in Europa”, ha spiegato il rabbino Marvin Hier, fondatore e Ceo dell’Swc. Hitler, nella lettera, scriveva: “Il nostro scopo finale… deve essere l’allontanamento senza compromessi degli ebrei… possibile solo sotto un governo di forza nazionale, mai sotto un governo di impotenza nazionale”. Il Papa, ringraziando il Centro Simon Wiesenthal per aver protetto la memoria del passato, ha anche denunciato l’attuale ondata di antisemitismo.

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