Nemmeno il tempo di smaltire le emozioni di Baku che la F1 torna subito con il GP del Canada. Dall’Azerbaigian si vola dall’altra parte del mondo, a Montréal, un appuntamento che ritorna dopo gli ultimi due anni di stop dovuti al Covid. Era il 2019 quando Sebastian Vettel sulla Ferrari SF90 fece la pole sabato per poi arrivare dietro a Lewis Hamilton in gara a causa dei cinque secondi di penalità inflitti per una manovra pericolosa sulla Mercedes dell’inglese, secondo al traguardo ma vincitore finale (di quel giorno resta la scena del tedesco che, nel parco-chiuso, toglie il cartello ‘numero 1’ dalla vettura del sette volte iridato). Oggi la rossa ritorna sull’isola di Notre Dame in condizioni non ottimali dopo le brutte tre gare di Barcellona, Montecarlo e Baku. A tenere banco sono i timori legati al motore: Charles Leclerc dovrà infatti montare la terza power unit di stagione.

Leclerc perde l’aereo, Hamilton torna dove tutto ebbe inizio – In Azerbaigian è arrivato il doppio ritiro del monegasco e di Carlos Sainz, con il numero 16 ora scivolato al terzo posto in classifica piloti, scavalcato anche dalla Red Bull di Sergio Pérez. Max Verstappen, in vetta, sta invece provando a scappare via dopo le quinta vittoria della stagione domenica scorsa (sarebbero sei se si considera la Sprint Race di Imola). La settimana di Leclerc, intanto, non è iniziata bene, come lui stesso ha comunicato in una sua storia-Instagram: ha perso l’aereo che avrebbe dovuto portarlo in America. Il Canada invece è nel cuore di Lewis Hamilton, presente al via nonostante i dolori di Baku provocati dal porpoising (il saltellamento sul dritto). Su questa pista infatti il 10 giugno 2007, infatti, ha conquistato con la McLaren il primo dei suoi 103 trionfi in carriera (sei sono invece i trionfi totali dell’inglese al “Gilles Villeneuve”).

Hamilton, 15 anni di trionfi: alcuni tra i più belli – Sono tantissimi i successi di Hamilton rimasti nella leggenda, come quando vinse con la McLaren nel 2008 a Montecarlo nonostante l’incidente al Tabaccaio al sesto giro, o quando dominò sotto la pioggia a Silverstone nella stessa stagione (l’Inghilterra allora non vinceva il GP di casa da 13 anni, con Johnny Herbert nel 1996). Passato poi in Mercedes nel 2013, si ricordano la lotta serrata con il rivale in casa Nico Rosberg in Bahrain nel 2014, o il successo di strategia a Usa 2015 che gli ha portato il terzo titolo mondiale. Germania 2018, poi, è stata un’altra battaglia: partito dal 14esimo posto in qualifica, Hamilton ha vinto dopo l’uscita di Vettel alla curva Sachs. Memorabili, infine, i trionfi nel 2021 in Russia e in Brasile. A Sochi, la scelta giusta sul pit-stop prima del diluvio finale, che gli ha permesso di insidiare nel finale la McLaren di Lando Norris e di vincere la gara. In Brasile, la rimonta partendo dall’ultimo posto nella Sprint Race, prima del successo della domenica con il sorpasso a Verstappen sul rettilineo della Reta Oposta. Successi che non gli hanno comunque permesso di vincere l’ottavo mondiale, quello che gli avrebbe fatto definitivamente sorpassare Michael Schumacher.

Canada pista di motore, freni sono molto impegnati – In Canada, come a Baku, contano il motore e la trazione. I rettilinei sono intervallati da staccate decise e da un paio di tornantini, con una velocità di uscita molto ridotta. Una prova del nove per la Ferrari, chiamata a rispondere dopo i guasti al motore di Leclerc a Barcellona e in Azerbaigian (col motore tre ‘fresco’ che non dovrebbe dargli i problemi visti domenica scorsa). La pista del “Gilles Villeneuve” è lunga 4.361 metri e consente i sorpassi, 70 sono invece i giri che verranno percorsi in gara. Secondo i dati Brembo, sul tracciato canadese il 18% del tempo sul giro è speso in frenata, e i freni, di conseguenza, sono molto impegnati. Le svolte più difficile in curva 1 (si entra a 311 km/h e si esce a 159 km/h), il tornantino della curva 10 (dove si passa da 284 km/h a 63 km/h) e alla 13, quella che immette sul rettilineo (da 329 a 142 km/h con 2.493 kW di potenza sul freno).

Consumo-gomma, le mescole dovrebbero durare di più – Per quanto riguarda il consumo-gomme, invece, il Canada è meno aggressivo di altri circuiti. Il tracciato garantisce velocità meno elevate di quelle viste a Baku, così come un asfalto meno abrasivo (quindi in grado di degradare meno le gomme): segno che ogni finestra di utilizzo degli pneumatici sarà più lunga. La strategia in gara potrebbe essere quella a una sosta, con i piloti avanti che partirebbero con gomma media per poi puntare alla bianca dura e arrivare fino al traguardo. Ma è possibile anche una tattica a più soste, dato che la corsia dei box a Montréal è una delle più corte, per soste complessive di meno di 20 secondi (tra i tempi più bassi del calendario di F1) fra entrata, cambio-gomme e uscita. Per questa gara, Pirelli ha scelto le mescole più morbide della gamma, in grado di garantire più grip.

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