Un evento sul lavoro marchiato Lega con due senatori e un deputato programmato al Circolo Autorità Portuale di Genova, abituale luogo di incontro degli operai del porto e punto di riferimento per tutta la galassia della sinistra e del sindacalismo di base. Una scelta fortemente simbolica. In una città dove fu la Lega a proporre Marco Bucci come candidato sindaco per il centrodestra, dopo cinque anni di amministrazione è come se volesse tentare di entrare anche in quei feudi della sinistra che resistono in città, mentre a livello elettorale i pronostici danno nuovamente favorito il sindaco della coalizione che tiene i leghisti insieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia, Italia Viva e il partito di Toti.
Appena si è diffusa la notizia dell’incontro al Circolo Portuale, nel pomeriggio di ieri martedì 31 maggio, diversi soci hanno chiesto delucidazioni scoprendo che l’autorizzazione era stata in effetti concessa dal gruppo dirigente, e ormai era troppo tardi per rimangiarsi la parola data. Così alle 20.30 quando il deputato Claudio Borghi, Edoardo Rixi e Bagnai avrebbero dovuto iniziare ad arringare i presenti, in sala l’aria era pesante e la decina di militanti leghisti era circondata da una cinquantina di frequentatori abituali del Circolo: “Prima il Nord! Ce l’abbiamo duro!” Queste le prime urla, di antica matrice leghista, sguaiatamente e sarcasticamente reinterpretate dai contestatori in sala in attesa dei relatori.

Sconsigliati a raggiungere la sala, tra l’imbarazzo delle persone realmente intenzionate ad ascoltare l’incontro, gli organizzatori hanno invitato gli interessati a uscire all’esterno della struttura per poter proseguire l’incontro all’esterno. Prima di chiudere la sala, al microfono, a strigliare i contestatori impegnati a trasformare i volantini della Lega in aeroplanini di carta è lo stesso Danilo Oliva, direttore del Circolo: “Noi è da quando sei un ragazzino che ‘rattelliamo’ (litighiamo) sul porto, Rixi – dirà successivamente al deputato – questa sera sapevamo entrambi che giocavate fuori casa, ma speravamo fosse possibile e ci eravamo impegnati perché lo fosse. Sono profondamente dispiaciuto per quello che è successo, chiedo scusa e mi prendo personalmente tutta la responsabilità di quello che è avvenuto”. Alla fine il comizio si è tenuto ugualmente, sul marciapiede di fronte, con i contestatori a debita distanza come unici ascoltatori, in una replica sbiadita delle contestazioni che qualche anno fa a Genova accompagnavano molti eventi leghisti, ora diradate di pari passo al calo dei consensi del Carroccio. Amarezza anche tra i contestatori: c’è da rimarginare la ferita tra chi il Circolo lo manda avanti e una nutrita parte dei suoi frequentatori abituali.

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