Il governatore dell’Oklahoma, Kevin Stitt, ha firmato la legge più restrittiva di tutti gli Stati Uniti in materia di aborto: l’interruzione di gravidanza sarà vietata sin dal concepimento e permessa solo per salvare la la vita della donna o nei casi di stupro o incesto, se denunciati alle forze dell’ordine. La legge è entrata immediatamente in vigore e permette ai privati cittadini di fare causa a chi pratica l’aborto – anche un amico che accompagna la donna in clinica – con risarcimenti per danni fino a 10mila dollari. Approvato il 19 maggio dalla legislatura dello Stato del Midwest, il testo si affida all’applicazione civile per aggirare la famosa sentenza “Roe v. Wade“, che legalizzò l’aborto nel 1973.

La legge – Il provvedimento avrà effetto immediato nello Stato repubblicano, alla testa di un gruppo di amministrazioni dello stesso colore politico che nel tempo hanno ridotto progressivamente il margine di libertà concesso alle donne che vogliono abortire. Una strategia portata avanti mentre si attende il verdetto della Corte Suprema che il mese prossimo potrebbe annullare la “Roe v. Wade”. La legge dell’Oklahoma – ultima in ordine temporale e passata con 73 voti favorevoli e 16 contrari – complicherà ulteriormente l’accesso a una pratica sempre più difficile in molti stati Usa: come nel Texas dove le donne sono ormai costrette a raggiungere cliniche di altri Stati dopo l’entrata in vigore della legge che vieta l’interruzione di gravidanza. Ed è proprio a quest’ultima legge che si rifà la nuova limitazione dell’Oklahoma che concede ai singoli cittadini il potere di intentare causa contro chi offre l’operazione qualora sia certificata la vitalità del feto: in altri termini, già dalle sei settimane dal concepimento. “Ho promesso che come governatore avrei firmato ogni legge pro life arrivata alla mia scrivania e sono orgoglioso oggi di mantenere la mia promessa”, ha dichiarato il repubblicano Kevin Stitt dopo la firma. “Dal momento in cui la vita inizia con il concepimento – ha aggiunto – abbiamo la responsabilità di fare tutto il possibile, in quanto esseri umani, per proteggere la vita del bambino e della madre”. “Se altri Stati vogliono approvare leggi diverse, è un loro diritto, ma in Oklahoma ci batteremo sempre per la vita”, ha concluso.

Le proteste – Il New York Times ha riportato le dichiarazioni indignate del fronte pro choice. “I politici dell’Oklahoma, dal governatore in giù sono determinati a togliere i diritti a chiunque possa rimanere incinta”, ha dichiarato Emily Wales, presidente e amministratore delegato di Planned Parenthood Great Plains. “Oggi, per la prima volta in quasi 50 anni, l’aborto è illegale – in ogni fase della gravidanza – in uno Stato americano”. “Stiamo assistendo all’inizio di un effetto domino che si diffonderà in tutto il Sud e il Midwest se la Roe dovesse cadere”, ha dichiarato Nancy Northup, presidente e direttore del Center for Reproductive Rights. “In questo momento – ha proseguito – i pazienti dell’Oklahoma sono gettati in uno stato di caos e paura. Questo caos si intensificherà quando Stati circostanti taglieranno l’accesso”. In una dichiarazione rilasciata dopo l’approvazione della legge, la fondazione Trust Women ha promesso che le sue cliniche di Oklahoma City e Wichita rimarranno aperte “ovunque l’aborto rimanga legale”. Il gruppo ha definito il disegno di legge “un’ostentazione di potere gratuita e crudele da parte di legislatori anti-aborto”.

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