I carabinieri hanno fatto irruzione nelle case di tre attivisti di Fridays for Future Milano per una perquisizione. È successo il 19 maggio, alle 6.30 di mattina. I militari – secondo le ricostruzioni del movimento ambientalista – erano diciotto e hanno usato metodi intimidatori. Ad uno degli attivisti “è stato chiesto di spogliarsi e fare dei piegamenti, un’azione che non riusciamo a spiegarci” ha spiegato la portavoce, Martina Comparelli al quotidiano Domani – non direttamente interessata dall’azione. I giovani sono accusati di aver danneggiato l’edificio che ospita gli uffici di Weedoo e di Centrex Italia, due controllate della compagnia energetica russa Gazprom. “Questo gesto ha il chiaro intento di spaventare e umiliare – spiega ancora la portavoce Comparelli a ilfattoquotidiano.it. “Tutti si schierano dalla parte dell’attivismo per il clima, quando siamo belli e felici in piazza con i cartelli. Però quando diciamo che c’è chi si arricchisce grazie alla distruzione del pianeta e alla guerra è diverso. La cittadinanza però deve stare dalla parte di chi ha il coraggio di denunciare questi interessi”. E ha continuato: “Dietro l’azione ci sono evidentemente delle pressioni. Non fai una cosa del genere per un’accusa di imbrattamento. Dipende da chi denuncia. Se te lo chiede un cittadino o un’azienda danno una multa, se lo chiede Gazprom ti entrano in casa e ti tirano giù le mutande”.

Sergio 26 anni, Jacopo 29 e Ila 28 – che non hanno voluto fornire i loro cognomi – avrebbero imbrattato con delle bombolette spray le pareti della sede dell’azienda di gas austriaca con la scritta: “I fossili uccidono”. Secondo le forze dell’ordine, hanno anche acceso un fumogeno e oscurato le telecamere di sorveglianza. L’azione – secondo le ricostruzioni – è stata organizzata il 19 marzo, in vista dello sciopero del 25 organizzato da Fridays for Future, il comitato Studenti tsunami e dal centro sociale Lambretta di Milano. Volevano sottolineare il ruolo di Centrex e Wedoo – di proprietà della prima – nell’alimentare la guerra in Ucraina. Le due società infatti sono “coinvolte nella vendita e fornitura di gas ed energia per conto di Gazprom“. La compagnia – controllata direttamente dal governo di Mosca – è la terza al mondo per emissioni di CO2 e metano al mondo e la prima beneficiaria dei pagamenti europei per i combustibili fossili. Però “mentre tutti, a parole, sostengono la necessità di sanzionare la Russia – recita un comunicato di Fridays for Future – chi, in Italia, prova ad indicare gli interessi economici sui quali si fonda l’immenso potere di Putin e del suo regime viene intimidito e perquisito. L’unica banca russa non colpita da sanzioni – sottolineano – è la GazpromBank”.

Gli attivisti contestano la distanza di tempo di un mese e mezzo con cui le forze dell’ordine hanno svolto gli accertamenti. Ma soprattutto il dispiegamento sovradimensionato di forze (6 militari per ognuno dei tre ragazzi), rispetto alla pericolosità della situazione. “Non è un caso che queste perquisizioni avvengano ai nostri danni proprio nei giorni in cui è stato riconfermato un accordo tra Gazprom ed Eni grazie al quale potremo comprare in rubli il gas russo, come da ricatto del Cremlino” afferma ancora il comunicato del movimento. L’indagine sarebbe partita dopo una denuncia di Gazprom – affermano ancora i Fridays.

Stando al decreto, che il quotidiano americano Politico ha potuto leggere e che porta la firma del procuratore di Milano, la perquisizione è stata disposta per evitare che le prove venissero distrutte. I tre sono accusati di aver vandalizzato un palazzo. Ai giovani sono stati sequestrati cellulari e dispositivi elettronici, che avrebbero usato per organizzare il blitz. I militari però hanno confiscato anche alcuni libri, vestiti, volantini del gruppo e persino delle “bandiere della pace”. Sergio, uno dei tre, ha raccontato anche di essere stato obbligato a spogliarsi e ad accovacciarsi, per mostrare di non stare nascondendo nulla. “Sono scioccato”, ha dichiarato a Politico. “All’inizio ero davvero spaventato, ma ora sono davvero arrabbiato perché tutti parlano della mancanza di democrazia in Russia, e ora queste cose stanno succedendo anche qui”. Così si legge anche nel comunicato: “È inaccettabile che anche nella nostra democrazia europea chi manifesta il proprio dissenso alla guerra di Putin venga intimidito e represso con simile violenza”.

“Perquisire delle abitazioni è un atto molto invasivo che dovrebbe riguardare reati molto più gravi di un semplice imbrattamento – dice l’avvocato Mirko Mazzali che difende gli indagati -. Tra l’altro ottenendo risultati surreali come il sequestro di una maglietta con la scritta stop War e punendo delle scritte fatte contro una multinazionale russa, oggetto di attacchi ben più pesanti anche istituzionali. Bene ma non benissimo direi”.

Né dalla Procura, né dalle due compagnie energetiche sono arrivati commenti. I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano fanno sapere di aver informato la competente Procura della Repubblica in ordine alle lamentele esternate ai media a seguito dell’esecuzione della perquisizione. Le conseguenti attività di verifica saranno effettuate sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria.

Sabato 21 maggio alle 15.00 Fridays for future si sta preparando a una protesta, proprio davanti alla sede di Centrex Italia. “Invitiamo quindi tutti e tutte a condividere il nostro comunicato e a partecipare, in solidarietà agli attivisti colpiti e per denunciare gli accordi commerciali tra il nostro Paese e la multinazionale russa”.

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