Non è certo la temuta spaccatura sull’onda della recente rivalità tra Lega e Fratelli d’Italia. Ma al Pirellone un incidente c’è già stato. Un incidente vero, con tanto di ammaccatura sul parafango dell’auto del leghista Roberto Mura. A urtarla nel parcheggio sotterraneo è stato Federico Romani, consigliere lombardo di FdI nonché figlio del senatore ed ex ministro Paolo, di recente indagato per corruzione a Bergamo. La scena è stata immortalata settimana scorsa dalle telecamere di sicurezza: Romani scende dall’auto, dà un’occhiata ai danni fatti, risale e fila via andando a parcheggiare a un piano superiore.

Mercoledì sera Mura torna da una trasferta a Roma e trova l’auto danneggiata. Avvisa la sicurezza che visiona le immagini del nuovissimo sistema di sorveglianza, installato dopo che nei mesi scorsi era stata trovata rigata l’auto di un altro consigliere, Marco Fumagalli del M5S. A quel punto il responsabile della manovra sbilenca viene individuato in Romani. La voce inizia a diffondersi. Qualcuno parla di un Mura furioso per il danno, finché non gli arriva via messaggio l’ammissione di responsabilità di Romani. Ma solo dopo che i video sono stati visionati su richiesta del leghista, racconta divertito più di un consigliere regionale.

E gli interessati che dicono? Contattato da ilfattoquotidiano.it, Mura smorza ogni polemica: “Sono cose che succedono in spazi ristretti. Venerdì, o forse giovedì, il collega ha preso contatto con me dicendo di sapere che la macchina era mia, non c’è nessun caso”. L’ha fatto un bel po’ dopo l’incidente, pare una volta esser stato individuato dalle telecamere, le risulta? “Io non accuso assolutamente nessuno. Oggi abbiamo fatto la constatazione amichevole, sono ampiamente soddisfatto e l’ho ringraziato di avermi avvisato”.

Non resta che sentire la versione di Romani: “Incidente? Non c’è stato nessun incidente”, è la sua prima risposta. Insistiamo: l’hanno scoperta grazie alle nuove telecamere? “Mi sembra assolutamente impropria questa domanda”. Dicono che nel video si veda lei scendere, guardare e poi andare a parcheggiare su un altro piano, quasi per nascondere l’auto. “Niente di tutto ciò. Io sono già d’accordo col consigliere Mura, mi ha mandato un messaggio di ringraziamento”. Ci dia la sua versione: come sono andate le cose? “È una questione privata, non le racconto un bel niente. Adesso chiamo i miei avvocati”, dice prima di sbattere giù il telefono. Se tutto è filato così liscio, perché arrabbiarsi tanto? E non finisce qui: appena chiusa la telefonata con Ilfatto.it – racconta chi è in aula – Romani va verso Mura accusandolo di qualcosa. L’altro muove la mano a mo’ di vaffa, ne nasce un battibecco finché i due non escono dall’aula coi volti tesi. Alla faccia della constatazione amichevole.

Twitter: @gigi_gno

Dopo la pubblicazione del nostro articolo, ci ha scritto il consigliere Romani. Riceviamo e pubblichiamo:

Facendo seguito allo “strano” colloquio telefonico intercorso, onestamente non capisco a cosa voglia fare riferimento se non forse ad una semplice constatazione tra colleghi consiglieri da quel che lei ha affermato. In merito all’accaduto che lei descrive non posso far altro che diffidare dal riportare fatti inveritieri e tendenziosi. Sottolineo che al concretizzarsi di condotte dal contenuto oltremodo diffamatorio sarò costretto ad agire per tutelare la mia onorabilità. Inoltre mi riservo di accertare le modalità con le quali è venuto in possesso di tali (peraltro non vere e sommarie) informazioni coperte dalla legge sulla privacy 196. Ringrazio

La replica di Luigi Franco

Prendiamo atto della replica del consigliere Romani. Proprio per avere una sua versione dei fatti, che ci sono stati raccontati in modo concorde da più fonti, lo abbiamo contattato prima della pubblicazione dell’articolo. Abbiamo dato conto di quanto ci ha detto e del fatto che, quando gli abbiamo chiesto di raccontarci come sono andate le cose, ha preferito posare il telefono.

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