Il mondo della politica, della cultura e del sociale saluta Letizia Battaglia, fotogiornalista morta il 13 aprile a Palermo all’età di 87 anni. L’artista con i suoi scatti ha raccontato un pezzo della storia di Palermo, della Sicilia e di tutta l’Italia. La camera ardente è stata allestita nell’atrio di Palazzo delle Aquile, a Palermo: lo hanno deciso il sindaco della città con i familiari della fotografa, che è stata anche assessore comunale nel capoluogo siciliano. A fianco della bara è esposta la celebre foto della bambina con il pallone che Battaglia ha ritrovato e abbracciato dopo 38 anni dallo scatto. Battaglia amava così tanto il mare di Palermo che le sue ceneri saranno disperse in mare dopo la cremazione: lo ha chiesto lei stessa alle figlie Shobba e Patrizia prima di morire.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha ricordato Battaglia come “una straordinaria artista, capace di trovare sempre un punto di vista differente per osservare la sua città e la società” e allo stesso tempo “un’attivista politica, impegnata in prima persona per la propria comunità”. “La sua scomparsa è un’enorme perdita per tutti noi” ha scritto Fico su Facebook. Il ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini si stringe a familiari e amici di Letizia Battaglia e le dà l’addio ricordandola come una “una grande fotografa, una grande donna italiana che con la sua arte e le sue fotografie ha portato avanti importanti lotte di denuncia e di impegno civile”.

“Letizia Battaglia ha catturato coi suoi scatti le anime di Palermo” scrive l’ex presidente del Senato e magistrato Pietro Grasso (LeU) su Facebook. “Quelle delle donne e delle bambine che ha ritratto per tutta la vita, e quella nera della mafia, arrivando spesso sui luoghi dei delitti prima ancora delle forze dell’ordine. Ha impresso con le sue foto il dolore delle vittime, l’arroganza dei boss, il sangue sulle strade, i protagonisti del contrasto a Cosa nostra. Le sue foto rimarranno sempre come testimonianza di ciò che siamo stati e come invito a sognare – e realizzare – un’altra Palermo, un’altra Sicilia”. L’amico Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, ha raccontato che “per Letizia la politica non era un’altra cosa, era la vita. Per lei vivere da fotografa, vivere da madre, vivere da assessore, era la stessa cosa. Chiedeva con forza attenzione per gli ultimi, per gli invisibili, per gli emarginati. Il suo chiedere e pretendere il rispetto dei diritti era politica. Quante volte mi ha rimproverato spingendomi a fare di più e a fare meglio: grazie Letizia”.

Anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e gruppo Abele, ha voluto ricordare la fotogiornalista: “L’immagine parla. E quando è immagine autentica – colta da un occhio affamato di conoscenza e aperto allo stupore – lo fa in maniera inequivocabile, con un linguaggio diretto che traduce l’emozione in domanda e la domanda in azione. Per questo dobbiamo essere profondamente grati a Letizia Battaglia. Le sue fotografie non si sono limitate a documentare fatti: hanno espresso il loro lato oscuro, urticante. A volte l’orrore, penso ovviamente alle foto dei delitti di mafia, altre volte le mute speranze di volti segnati dall’impegno e dal desiderio di vita. Senza Letizia e le sue fotografie che hanno impedito di volgere altrove lo sguardo, la storia di Palermo, della Sicilia, ma anche del nostro Paese sarebbero più povere e incomplete. Ciao Letizia”.

Per il leader del M5s Giuseppe Conte, “Letizia Battaglia ci ha raccontato, con sguardo vivo e autentico, l’Italia spezzata dalla violenza e dal dolore, l’Italia della speranza e dell’emarginazione. Perdiamo una grande donna che ha saputo unire arte e impegno sociale”. Enrico Letta, segretario del Pd ha twittato una frase della fotografa: “Facevo ciò che potevo per scuotere le coscienze. Addio #LetiziaBattaglia”. “Oggi Palermo e l’Italia intera perde una delle più grandi fotoreporter italiane, che con i suoi scatti ha fatto la storia del fotogiornalismo contemporaneo, documentando delitti, fasti e miserie di una Palermo dilaniata dalla guerra di mafia degli ’70 e ’80”, hanno detto in una nota le senatrici del Movimento 5 Stelle della commissione Cultura di palazzo Madama. “Come non ricordare l’iconica e tristissima immagine dell’omicidio del Presidente Piersanti Mattarella in una via Libertà semideserta, nel giorno dell’epifania di 42 anni fa, o la foto della Bambina col Pallone alla Cala, popolare quartiere palermitano, tra i suoi più celebri scatti, che ha fatto il giro del mondo”.

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