Ha suscitato interesse in questi giorni la recente presentazione di Atm: l’offerta per la gestione delle due linee automatiche 16 e 17 del Grand Paris Express nella periferia parigina. A Parigi ci sarà qualcosa di “meneghino”, si legge in questi giorni. La partecipazione alla gara avviene attraverso la costituzione di un’Associazione Temporanea d’Impresa (Ati) dell’Atm con Egis, gruppo francese che fa parte della Cassa dei Depositi francese (Caisse des dépôts et consignations).

La cordata italo-francese, Atm-Egis, punterà ad essere il baricentro nella gestione delle metropolitane in Francia. Finalmente anche nella sua capitale la Francia decide di aprire al mercato il trasporto pubblico locale. Fino ad ora le gare si erano svolte solo nelle provincie, l’ultima riguarda l’importante collegamento ferroviario regionale Marsiglia, Tolone, Nizza, vinta nel dicembre scorso da Transdev (gruppo tedesco).

Due gli aspetti da notare. Al momento nella Milano turbo europea la gara per l’affidamento della gestione dei servizi di Tpl, non si fa. Continuano invece gli affidamenti diretti al gestore monopolista Atm da parte del comune. Non solo, ma Atm si è vista assegnare anche i servizi (e i ricchi introiti) derivanti dalla gestione della sosta a pagamento, la rimozione e la custodia delle auto, la gestione dei sistemi di accesso ad “Area C”, la manutenzione e la gestione del Sistema integrato di controllo del traffico e del territorio, il car e il bike sharing messo a gara nel 2017, subito ritirata dopo la protesta dei sindacati.

Di questo passo restano ancora un miraggio l’efficacia e l’efficienza del trasporto pubblico del nord-Europa dove, grazie alla concorrenza (regolata e non selvaggia), i trasporti pubblici sono decisivi per la lotta al PM10 e alla congestione da traffico, rendendo vivibili le città mitteleuropee. Nelle città nord europee, oltre che un servizio di trasporto, la rete rappresenta anche uno strumento di lotta alle ineguaglianze e di integrazione. I trasporti pubblici non sono solo una prerogativa di coloro che abitano nelle zone centrali.

Questo è l’orizzonte cui deve guardare il Comune di Milano. Non accontentarsi di avere, a costi altissimi, un buon servizio dentro la cinta daziaria. Basti pensare che i contributi regionali a favore di Atm costituiscono il 65% del totale della spesa per i trasporti non ferroviari e che, con questo elevato volume di risorse, sviluppa ”solo” il 40% dei km/vettura effettuati in regione. La gara dovrebbe ricordare ad Atm e al suo azionista che non c’è solo Milano da servire con i mezzi pubblici (il 50% dei milanesi usa i mezzi pubblici) ma anche l’area metropolitana dove solo il 10% li utilizza.

C’è infine da ricordare alla Milano europea che ci sarebbe da rispettare un principio fondamentale della concorrenza, la reciprocità. Se Atm può partecipare e vincere la gara per gestione della metropolitana di Copenaghen e partecipare a quella per le linee 16 e 17 di Parigi dovrebbero poterlo fare anche le altre aziende europee per la gestione di Milano. Con la precisazione che a Parigi, se vincesse la cordata italo-francese, lo stato transalpino si assicurerebbe anche una partecipazione importante nella gestione delle due linee di periferia dell’area metropolitana. Area metropolitana che invece è completamente dimenticata dai trasporti pubblici offerti da Atm e dal sindaco dell’area metropolitana milanese.

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